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Le associazioni di categoria lamentano “condizioni insostenibili”. Protestano i consumatori
I benzinai chiudono i rubinetti delle pompe perché lamentano “condizioni insostenibili” con costi inalterati “e liquidità da tempo prosciugata“. Le associazioni di categoria Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio hanno confermato lo sciopero di 48 ore delle Aree di Servizio della viabilità autostradale per il prossimo 13 e 14 maggio.
“I gestori – si legge in una nota delle organizzazioni – non chiedevano altro che condividere responsabilità e oneri con il Governo e l’intera filiera composta da tanti soggetti economici -concessionari autostradali primi fra gli altri- con ben altra solidità ed una incommensurabilmente maggiore remunerazione. A nulla è valso resistere pazientemente e stringere i denti in tutto questo periodo, moltiplicando appelli e sollecitazioni. Ora, con il termine della fase acuta dell’emergenza, avendo in tutta coscienza adempiuto interamente alla responsabilità di cui è fieramente portatrice, la categoria non ha altra risorsa che tornare ad agitare gli strumenti della protesta, a sostegno delle proprie legittime rivendicazioni“.
Secondo le associazioni il tavolo di crisi avviato dal ministro Patuanelli è fermo ormai da un mese “per il semplice fatto che, si dica apertamente o meno, che il governo non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali che sono divise su tutto, tranne che sulla convinzione incontrastata di poter agire da “padroni” anziché, appunto, da concessionarie di un bene pubblico“. Le richieste però sono chiare: “Dal Governo ed in particolare dai ministri del Mit e del Mise, competenti per materia – chiede la categoria – vorremmo non solo poter essere messi finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate come la cassa integrazione in deroga, finanziamenti a fondo perduto, bonus affitti e bollette, ma anche di predisporre interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione“.
Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio si dicono convinte che i cittadini comprendano le loro giuste motivazioni ma dall’Unione Nazionale Consumatori arrivano i primi dissensi: “In questo grave momento per il Paese, uno sciopero dei benzinai non solo è un atto inaccettabile, ma contrario alla regolamentazione del settore dei carburanti, che prevede che le agitazioni, quand’anche fossero già regolarmente in corso, debbono essere immediatamente sospese in caso di avvenimenti eccezionali di particolare gravità o di calamità naturali’, come è, ovviamente, l’emergenza che sta vivendo il Paese per via del Coronavirus – si legge in una nota. – Chiediamo, quindi, al Governo, esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione previsto dall’art. 8 della legge n. 146 del ’90, di adottare l’ordinanza per disporre il differimento dell’astensione collettiva a quando sarà finita l’emergenza“.
di: Maria Lucia PANUCCI