[:it]
Arcuri tenta di difendersi ma si becca le bastonate dai politici
Le mascherine, uno strumento diventato fondamentale per poter affrontare questa fase 2 in sicurezza, sono già introvabili, in particolare quelle chirurgiche che costano 50 centesimi. La denuncia arriva dal segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia. “Circa 3 milioni sono state distribuite nei giorni scorsi tra Roma, Milano e Torino, un numero insufficiente per far fronte al fabbisogno – spiega. – Al Sud non ce ne sono proprio ed è davvero assurdo considerato che siamo ormai entrati nella Fase 2“. Senza tanti peli sulla lingua Tobia parla di promesse non mantenute: “Non c’è alcuna traccia delle 12 milioni di mascherine a settimana promesse – sostiene – e non abbiamo alcuna notizia della produzione che sarebbe invece dovuta partire a fine mese“.
Le farmacie italiane sono quindi impossibilitate a mettere a disposizione del pubblico le mascherine chirurgiche anche perché ognuna ne riceve 80-90 che finiscono in un batter di ciglia e in alcune addirittura non arrivano proprio, a fronte di un fabbisogno di 10 milioni al giorno.
Oltre alle mascherine poi c’è una fortissima carenza di guanti e di alcol per disinfettare. “Il prezzo dei guanti, in lattice o nitrile, si è triplicato o quadruplicato negli ultimi mesi dopo l’emergenza Covid-19 – prosegue. – Questo deriva dall’altissimo costo di acquisto pagato dalla farmacia ai fornitori, per il fatto che le materie prime sono aumentate, la richiesta si è moltiplicata per mille e le giacenze di magazzino sono ormai finite“.
In questa bufera il commissario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri pensa a difendersi e ad assolversi da solo, sottolineando che non è compito suo rifornire le farmacie. “Le farmacie non hanno le mascherine perché le loro due società di distribuzione hanno dichiarato il falso. Non avevano nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere”. Secondo Arcuri il prezzo massimo è stato fissato nell’esclusivo interesse dei cittadini e non è vero che i farmacisti ci avrebbero rimesso o ci starebbero rimettendo perché ai distributori è stato garantito un rimborso per le mascherine acquistate prima della definizione del prezzo a 0,50 centesimi, più IVA. “L’unica evidente verità è che non essendo in grado di approvvigionarsi delle mascherine, provano a scaricare sul Commissario, o peggio sul prezzo, le loro responsabilità“, sottolinea (leggi qui la protesta di Confcommercio sul prezzo delle mascherine).
Arcuri però non convince e si becca dei duri rimproveri da vari esponenti politici, sia di destra sia di sinistra. “Basta con questi esperti che scaricano sempre le colpe sugli altri: tirate fuori mascherine e protezioni, è due mesi che parlate e promettete. Fate lavorare tranquilli farmacisti e sanitari”, tuona Salvini, mentre per l’esponente renziano Gianfranco Librand il commissario dovrebbe addirittura dimettersi. “Sono praticamente finite nelle farmacie italiane le mascherine chirurgiche a prezzo calmierato di 50 centesimi. L’allarme lanciato da Federfarma dimostra la gravità di una scelta improvvida e insensata del commissario Arcuri, di cui eravamo purtroppo stati facili profeti – ha detto. – Una volta che finalmente ci sarà chi produce al prezzo di mercato grandi quantità di mascherine, lo Stato si potrà porre l’obiettivo di far risparmiare i cittadini, abbassando loro le tasse e aumentando le detrazioni fiscali sulle mascherine acquistate”.
Anche Forza Italia protesta e denuncia l’incapacità di un Governo che, tra carenza dei dispositivi basilari per affrontare la Fase 2 ed i ritardi su App di tracciamento e test seriologici, dimostra di non essere in grado di guidare l’Italia in uno dei momenti più difficili dal Dopoguerra ad oggi.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]