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Economia

Inail, scatta la responsabilità penale o civile del datore per i contagi sul lavoro

Matteo Valléro
15 Maggio 2020
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[:it] L’istituto però precisa: “Risponde solo se viene accertato il dolo o la colpa” Rimane alta la tensione tra Governo e Regioni sulle riaperture dal prossimo imminente 18 maggio. Molti […]

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L’istituto però precisa: “Risponde solo se viene accertato il dolo o la colpa”

Rimane alta la tensione tra Governo e Regioni sulle riaperture dal prossimo imminente 18 maggio. Molti imprenditori lamentano come troppo stringenti le linee guida stilate da Inail e Iss per la ripartenza in sicurezza delle attività commerciali ed anche alcune Regioni hanno messo le mani avanti spiegando che le linee guida saranno reinterpretate a livello locale con flessibilità. Un esempio su tutti è quello della distanza di 4 metri previsti per i clienti di bar e ristoranti, giudicata eccessiva (leggi qui le regole).

Per non parlare poi del grande polverone suscitato in merito alle nuove regole per i datori di lavoro secondo cui ammalarsi di COVID-19 in ufficio o in azienda ad un infortunio sul lavoro. Ciò vuol dire che il proprio datore di lavoro ne risponde penalmente di fronte all’autorità giudiziaria. Non sempre però precisa l’Inail. Il datore di lavoro, spiega l’istituto, risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa. L’azienda datrice potrebbe essere citata in giudizio per lesioni gravi o gravissime e, nel peggiore dei casi, per omicidio colposo.

E’ chiaro che, nonostante le precisazioni dell’Inail, questa norma, se da un lato mira a tutelare maggiormente i dipendenti, dall’altro ha generato il panico tra gli imprenditori. E c’è chi si dice pronto a non riaprire, almeno il prossimo lunedì. Molti i punti critici di questa previsione normativa, in primis la prova che il contagio sia avvenuto effettivamente sul lavoro, cosa difficile da dimostrare a causa dell’incerto periodo di incubazione e dei pazienti asintomatici.

Ora gli occhi sono tutti puntati sul nuovo decreto Riaperture che dovrebbe allentare ancora di più le misure restrittive. Nel testo, a cui sta lavorando il Governo, gli spostamenti tra Regioni sarebbero consentiti a partire dal 3 giugno, salvo necessità urgenti o motivazioni lavorative. Alcuni enti territoriali però pressano perché gli spostamenti avvengano proprio da lunedì. Una cosa sembra certa: dal 18 maggio saranno possibili gli spostamenti all’interno dalla propria Regione. Non solo. Lo schema attuale di decreto legge prevede la riapertura delle attività economiche e produttive a condizione che vengano rispettati i contenuti di protocolli o linee guida. Tuttavia le singole Regioni hanno ampi margini di manovra e possono adottare propri protocolli, sempre nel rispetto delle norme fissate a livello nazionale. Ma attenzione perché le attività economiche saranno sospese se non verranno rispettati gli standard di sicurezza richiesti.

di: Maria Lucia PANUCCI

LEGGI ANCHE: Centri estetici e parrucchieri: arrivano le regole per la fase 2

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