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Il leader di Italia viva: “Bonafede amministri la giustizia, non il giustizialismo e ci avrà al suo fianco”
“Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La loro mozione non era strumentale“. Con queste parole arriva il no nell’Aula del Senato di Matteo Renzi durante il dibattito, cominciato alle 9,45 in Senato, sul voto delle mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Ma senza tanti giri di parole ha espresso un chiaro dictat al Guardasigilli. “Bonafede amministri la giustizia, non il giustizialismo e ci avrà al suo fianco” ha intimato il capo di Iv.
Quella di oggi è stata una giornata molto difficile per Bonafede che si è trovato a dover affrontare due mozioni di sfiducia: una è stata presentata da tutto il centrodestra (Fdi, Fi, Lega), l’altra da Più Europa rappresentata dalla Bonino. L’ago della bilancia era appunto Renzi che, dopo avere per giorni lasciato una suspense sul voto di Italia viva e dei suoi 17 senatori, ha detto che non avrebbe appoggiato le due mozioni di sfiducia. E così è stato. L’atteso show down in Senato sul ministro Alfonso Bonafede finisce quindi con un nulla di fatto.
Carceri affollate, un disegno di legge di riforma del processo penale mai calendarizzato, scarcerazioni di numerosi boss mafiosi dal 41 bis, i provvedimenti su prescrizione e intercettazioni: sono molti i punti che vedono scontenti i partiti politici che hanno chiesto la testa di Bonafede, ma alla fine non l’hanno avuta.
Renzi porta a casa dei risultati: una grande esposizione mediatica e la reiterazione della centralità dei suoi senatori nella sopravvivenza di questo Governo. Non sono mancati gli attacchi di Renzi all’Esecutivo guidato da Conte nel suo intervento, anche se mitigati da qualche elemento positivo. “Riconosco che ci sono stati segnali importanti dal governo. Apprezzo la posizione sull’Irap, la battaglia di legalità al fianco del ministro Bellanova, l’accelerazione sulle riaperture”, ha sottolineato ma poi ha aggiunto: “C’è ancora molto da fare”, smentendo comunque la voglia di poltrone. “Non ci interessa un sottosegretario – ha specificato. – Noi portiamo idee non vogliamo visibilità. Vogliamo lo sblocco dei cantieri. E ribadiamo che è diseducativo riaprire prima i pub delle scuole”.
Italia viva ha salvato il ministro e per il momento rimane ferma a guardare. Dopo una giornata carica di tensioni Bonafede può tirare un sospiro di sollievo ma rimane uno dei sorvegliati speciali di questo Governo.
di: Maria Lucia PANUCCI
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