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Bashagha: “Decollati da una base in Siria, ora sono nell’est del Paese”
Alta tensione in Libia. 8 caccia sono arrivati dalla base sovietica di Hmeimim, in Siria nell’est del Paese. Il ministro dell’Interno del Governo di Tripoli, Fathi Bashagha, ha parlato di 6 MiG 29s e due Sukhoi 24s che sono stati scortati da due caccia Su-35 russi. Non è chiaro se si tratti di velivoli che già appartenevano alle forze al comando del generale Khalifa Haftar o di nuovi arrivi per la sua flotta dopo che il capo delle forze aeree dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), Saqr al-Jaroushi, ha minacciato l’avvio nelle prossime ore di una campagna aerea, la “più vasta nella storia della Libia“, contro obiettivi della Turchia nel Paese. “Nelle prossime ore assisterete alla più vasta campagna aerea nella storia della Libia – ha minacciato in un comunicato Jaroushi – Tutte le posizioni e gli interessi della Turchia in tutte le città sono obiettivi legittimi per i nostri aerei da guerra e chiediamo ai civili di stare lontani da questi. Le prossime ore saranno molto dolorose”.
Le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), guidate da Haftar e sostenute da Emirati Arabi Uniti, Egitto e mercenari russi, hanno lanciato nell’aprile del 2019 l’offensiva per conquistare la capitale libica, ma il sostegno militare garantito da Ankara ha consentito al governo di accordo nazionale di Tripoli (Gna) di prendere il controllo nei giorni scorsi della base aerea di Al Watiya, situata 140 chilometri a Sud-Ovest di Tripoli, in mano ad Haftar dal 2014 e da cui venivano lanciate le operazioni militari nella zona occidentale della Libia, e ha indotto l’Lna a ritirarsi di due-tre chilometri dalla linea del fronte attestata da oltre un anno a Sud della capitale.
Nel frattempo le forze del governo di Tripoli sono entrate nel centro di Asbia, a circa 100 km dalla capitale libica. Lo ha riferito la tv libica al-Ahrar che, citando fonti militari, ha riferito di un’operazione scattata per scovare combattenti delle forze di Haftar fuggiti dalla base di Watiya riconquistata nei giorni scorsi dalle truppe di Tripoli. Asbiah si trova tra Tripoli e Tarhuna, prossimo obiettivo delle forze del governo di Tripoli.
Proprio nelle stesse ore in cui i caccia russi venivano trasferiti a Tripoli, Mosca ha ribadito la sua richiesta di rispetto del cessate il fuoco in Libia. In una nota, il ministero degli Esteri russo ha sottolineato “l’importanza di una cessazione immediata delle azioni militari e la ripresa del processo politico sotto gli auspici delle Nazioni Unite“. La dichiarazione è stata diffusa all’indomani di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ed il ministro degli Esteri turco Mehmet Cavusoglu e due giorni dopo un colloquio tra il Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan avvenuto dopo la conquista da parte di Tripoli della base aerea di al-Watiya, finora sotto il controllo delle forze di Haftar. In quell’occasione, secondo quanto riferito dal Cremlino, i presidenti di Russia e Turchia avevano espresso la loro preoccupazione per l’escalation delle ostilità in Libia sottolineando la necessità di riprendere la tregua ed il dialogo intralibico sulla base delle conclusioni della conferenza di Berlino.
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