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L’allarme è stato lanciato dal ministro Le Maire
La Renault rischia di scomparire. Sono parole pesanti quelle pronunciate dal Ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, che, intervistato dalla radio Europa 1, ha parlato delle grandi difficoltà in cui versa il Paese in questo momento di grande emergenza sanitaria. Senza mezzi termini ha detto che la pandemia causerà fallimenti e licenziamenti in Francia nei prossimi mesi. Ma non solo. Data la portata della crisi non ha escluso che la grande casa automobilistica della Renault, un simbolo dell’industria francese, potrebbe non sopravvivere, viste le gravi difficoltà finanziarie in cui versa. “La Renault è in seria difficoltà finanziaria e bisogna agire urgentemente perché può scomparire“, ha spiegato.
Venerdì 29 maggio il gruppo è chiamato a presentare il suo piano strategico con tagli valutati al momento per due miliardi di euro. Il piano potrebbe includere la chiusura di tre fabbriche come anche quella dell’emblematico sito industriale di Flins, nel dipartimento delle Yvelines, nell’hinterland di Parigi. Ma Le Maire ha detto oggi che non firmerà assegni in bianco e se Renault vuole ottenere aiuti dallo Stato dovrà impegnarsi a tutelare l’attività in Francia, ricordando di non aver ancora dato il proprio via libera al prestito di 5 miliardi di euro cruciale per la sopravvivenza della casa automobilistica.
A preoccupare è il destino non tanto delle tre strutture più piccole, quanto del sito alle porte di Parigi, che ha fatto la storia della produzione automobilistica transalpina. Il premier Édouard Philippe ha avvertito mercoledì che il Governo non intende accettare compromessi sulla salvaguardia dei siti. “Ciò che conta per noi – ha aggiunto Le Maire – è che la Renault crei valore. La Renault deve avere l’opportunità di adeguare i propri impianti di produzione altrimenti saranno a rischio il suo futuro e la sua competitività ma i dipendenti non devono diventare una variabile in questo aggiustamento. Flins non deve chiudere”.
Una delle condizioni per l’erogazione delle garanzie statali è quindi rappresentata dalla necessità per l’Esecutivo di avere maggiori informazioni sui piani sia del gruppo sia dell’alleanza con la Nissan, quest’ultima da giorni oggetto di indiscrezioni riguardanti un pesante programma di ristrutturazione che dovrebbe includere un taglio di 20 mila posti di lavoro per lo più in Europa e Paesi emergenti. D’altronde Le Maire, nel suo ruolo di reggente del dicastero di Bercy, è direttamente coinvolto nei destini del costruttore di Boulogne-Billancourt: lo Stato francese è il maggior azionista con il 15% del capitale.
La Renault rischia davvero grosso. La casa ha chiuso il 2019 con la prima perdita di bilancio degli ultimi 10 anni e nel primo trimestre del 2020, complice la chiusura delle fabbriche e il contemporaneo crollo della domanda, ha bruciato cassa a un ritmo non dissimile da quello patito dalla maggior parte della concorrenza.
di: Maria Lucia PANUCCI