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Pechino vuole approvare la legge sulla sicurezza nazionale ma gli Usa minacciano sanzioni
Continua il braccio di ferro tra manifestanti pro-democrazia, scesi in strada per protestare contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale in attesa di essere approvata dal Parlamento cinese, e le autorità locali. Dopo l’escalation di violenza del weekend appena trascorso con 180 arresti totali, il segretario per la sicurezza del governo di Hong Kong ha di nuovo definito come “necessaria” la legge voluta da Pechino. “La violenza in città si è intensificata, in molti casi con l’uso di esplosivi e armi da fuoco. A Hong Kong il terrorismo è in crescita e le attività che compromettono la sicurezza, come l’indipendenza di Hong Kong sono dilaganti – ha spiegato. – Tutto questo accresce la necessità e l’urgenza delle decisioni di Pechino“. Parole che risuonano come benzina sul fuoco e che alimentano le tensioni.
Gli attivisti sono contro una nuova legislazione considerata come una minaccia alle libertà civili, il colpo letale all’autonomia dell’ex colonia. E così nonostante i divieti imposti dalla pandemia di Covid-19, i ribelli si sono riuniti a Causeway Bay e Southorn Playground per annunciare un nuovo braccio di ferro con il Governo centrale e locale amministrato da Carrie Lam. Almeno 180 persone sono state arrestate con l’accusa di riunione illegale.
Nonostante il caos, la Cina sembra essere risoluta ad approvare la legge sulla sicurezza nazionale. Aprendo la seconda sessione plenaria del Congresso nazionale del popolo, il presidente Li Zhansu ha detto di essere “fiducioso che attraverso lo sforzo congiunto di tutti i delegati, saremo in condizioni di ultimare questo importante compito legislativo“. “La mossa darà garanzie più solide per rafforzare la sovranità, la sicurezza e lo sviluppo degli interessi della nazione e per assicurare a Hong Kong la prosperità e la stabilità di lungo termine“, ha spiegato.
Gli Stati Uniti dal canto loro hanno già fatto sapere che probabilmente imporranno sanzioni alla Cina se Pechino attuerà la legge. “E’ difficile prevedere come Hong Kong possa restare un centro finanziario in Asia se la Cina assume la guida“, ha detto il segretario alla sicurezza nazionale di Donald Trump, Robert O’Brien. Ma Pechino ha già fatto sapere che non resterà a guardare e che “prenderà le necessarie contromisure” se fosse necessario.
La Cina e gli Usa sono “a un passo da una nuova Guerra Fredda“: il ministro degli Esteri Wang Yi, parlando in conferenza stampa a margine dei lavori della sessione parlamentare, ha spiegato che i due Paesi “non dovrebbero avere conflitti e cooperare in una logica win-win e di rispetto reciproco“. Allo stesso tempo ha aggiunto: “gli Usa devono rinunciare a voler cambiare la Cina e rispettare la sua volontà di sviluppo della nazione”.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]