La risposta dell’Antitrust all’operazione tarda a d arrivare
Il lancio dell’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi potrebbe scivolare a dopo l’estate in quanto la risposta dell’Antitrust all’operazione potrebbe arrivare oltre i tempi inizialmente previsti (leggi qui per approfondire). Lo riferiscono fonti accreditate, confermando recenti indiscrezioni stampa che parlano di uno slittamento a settembre.
Nonostante la Consob sia tenuta ad attendere solamente i responsi delle autorità di vigilanza, bancaria e assicurativa, è probabile che, vista la rilevanza dell’operazione, attenda anche il disco verde dell’Antitrust per approvare il prospetto informativo sull’Ops. Motivo per cui, con il mese di agosto poco indicato per il lancio di un’operazione, è possibile che l’offerta slitti di qualche mese.
Lo scorso 11 maggio l’Antitrust ha avviato il procedimento istruttorio per verificare i possibili effetti sul mercato di una delle maggiori operazioni M&A in Europa nell’ultimo decennio e secondo l’autorità l’operazione Intesa-Ubi modificherebbe “significativamente” l’attuale assetto del mercato del credito in Italia, eliminando la “sostanziale simmetria” fra i primi due gruppi bancari, Intesa e Unicredit appunto.
Secondo quanto si legge nel documento di avvio dell’istruttoria, “il mercato verrebbe privato della presenza di un operatore di medie dimensioni quale Ubi che in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni che si sarebbe affiancato alle due banche maggiori”. Per prevenire problematiche concorrenziali legate all’eccessiva concentrazione, Intesa ha raggiunto un accordo con Bper per la vendita di un ramo bancario composto da 400-500 filiali. Ma non solo perché a quanto pare UniCredit è direttamente coinvolta nell’acquisto e si è inserita nel procedimento dell’Antitrust.
Sono state inoltre ammesse Cattolica Assicurazioni e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, entrambi soci di Ubi. In particolare, la compagnia assicurativa veronese ha una partnership di bancassurance con Ubi il cui futuro sarebbe compromesso dall’operazione di Intesa. I soggetti ammessi all’istruttoria hanno la possibilità di presentare memorie, di avere accesso agli atti, di essere sentiti dall’Autorità e di partecipare all’audizione finale.
L’offerta di scambio è stata però già nettamente respinta da alcuni soci di Ubi, sia quelli riuniti nel patto cosiddetto Car (19% circa del capitale) che dal patto dei Mille che raccoglie 1,6% del capitale tra gli azionisti bergamaschi dell’istituto. A complicare ulteriormente il quadro sono intervenuti anche i rilievi avanzati da Ubi a Consob, in merito all’asserito avveramento della clausola Mac (material adverse change) per gli effetti della pandemia Covid-19 che renderebbero l’offerta di Intesa inefficace.
di: Maria Lucia PANUCCI