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Per il ministro Catalfo sono illegittimi
E’ saltato nella notte il tavolo di confronto con il Governo quando ormai si era a un passo dall’accordo. La multinazionale dell’elettronica Jabil ha fatto un dietrofront inaspettato ed unilaterale confermando quindi i 190 licenziamenti nel sito di Marcianise in provincia di Caserta.
La vertenza è iniziata 11 mesi fa quando furono annunciati 350 esuberi. Ad oggi i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate ammontano a 160 mentre gli altri erano in cassa integrazione da giugno 2019 e il Cda della Jabil Corporation ha deciso, nonostante i nuovi decreti emanati del Governo Italiano che prevedono il blocco dei licenziamenti collettivi e ulteriori 9 settimane di Cig Covid-19, di non proseguire con la cassa integrazione e di licenziare (vedi qui per approfondire).
Dopo la notizia della rottura notturna del vertice, il segretario della Fiom-Cgil di Caserta, Francesco Percuoco, ha parlato di un comportamento “mortificante per il Governo e le istituzioni di questo Paese“. “La ministra Catalfo si è impegnata a fondo, ha protestato contro la scelta dell’azienda ma non c’è stato nulla da fare”, ha aggiunto.
Dal canto suo proprio la Catalfo ha ribadito la radicale nullità dei licenziamenti dovuta, non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
I sindacati dal canto loro minacciano scioperi ad oltranza se la situazione non riprende la piega giusta. “La Jabil – spiegano – con questo atto scellerato mette in discussione la missione industriale e crea forte incertezza minando la sua credibilità. I lavoratori tutti vengono lasciati senza nessun futuro. Chiediamo al governo di tentare un’ultimo sforzo per riportare tutti al buonsenso o altrimenti di mettere in sicurezza il sito e accertare tutte le responsabilità“.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]