
Crolla ai minimi la fiducia degli italiani
“Aspettiamo i dati di fine maggio, ma si parla di 700 mila e un milione di posti di lavoro che sarebbero a rischio a causa dell’emergenza Coronavirus”. A lanciare l’allarme è stato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso di C’era una svolta. Prospettive dell’impresa italiana organizzato dalla Fondazione Fiera Milano.
Secondo il numero uno degli industriali quello che veramente manca a questa classe politica è una strategia reale per il futuro. “Vedo la classe politica, non parlo di Governo, molto concentrata sull’emergenza ma con zero visione e zero strategia su dove dobbiamo andare. Questo mi preoccupa molto. Ci sono dei nodi fondamentali che dobbiamo affrontare oggi – ha spiegato. – Penso all’automotive, al fisco, che deve essere una leva di competitività e non solo come strumento per il gettito, e il lavoro. Penso anche alle infrastrutture e le grandi opere e il mondo dell’acciaio. In Italia si è sempre pensato che il lavoro venisse per decreto, ma purtroppo l’economia è altro: i posti di lavoro si creano solo se ci sono investimenti. Il problema dell’automotive non si risolve con la Cassa integrazione. O liberiamo energia e risorse delle imprese, facendo scelte anche dolorose, o noi non cresceremo”.
E non ha risparmiato polemiche neanche sul tanto atteso quanto discusso Recovery fund. “Io non vorrei che ci illudessimo – ha aggiunto – che questi fondi, abbiamo circa 172 miliardi, arriveranno domani mattina. Sarà un percorso lungo per averli e sarà soggetto a tantissime contrattazioni. Quindi il tema è come prenderemo quei soldi e come saranno spesi“.
Di certo gli italiani non si illudono, anzi. Quello che prevale oggi è un clima di totale sfiducia di famiglie ed imprese che a maggio ha raggiunto picchi impressionanti. I primi dati post lockdown misurati dall’Istat (ad aprile le rilevazioni erano state interrotte) mostrano un pessimismo diffuso. L’indice che riguarda i consumatori è diminuito fino a 94,3, il livello più basso da dicembre 2013. La fiducia delle imprese, scesa a 51,1, registra invece il valore minimo dall’inizio della serie storica. In particolare, le stime evidenziano una caduta, rispetto a marzo, nel settore dei servizi di mercato (l’indice passa da 75,7 a 38,8), del commercio al dettaglio (da 95,6 a 67,8) e delle costruzioni (da 139,0 a 108,4). Nella manifattura, l’indice di fiducia registra una flessione “relativamente più contenuta”, passando da 87,2 a 71,2, mantenendosi comunque “su livelli storicamente bassi.
di: Maria Lucia PANUCCI
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