
Il debito pubblico passerebbe dal 134,8% del Pil del 2019 al 169,9% del 2020. “La crisi più grave mai conosciuta”. Il settore turismo particolarmente a rischio
Il Pil italiano crollerà fino a 14 punti percentuali nel 2020 nello scenario peggiore, cioè davanti a una seconda ondata del Covid-19 il prossimo autunno. E’ quanto stima l’Ocse nell’ultimo aggiornamento del suo Economic Outlook, il Rapporto sulle previsioni di crescita. Nello scenario di base invece il prodotto interno lordo scenderà dell’11,3% quest’anno. Un po’ meno, ma sicuramente il dato rimane molto negativo anche nelle prospettive migliori, ovvero di uscita totale dalla situazione di emergenza.
Ma non è tutto perché secondo l’Ocse esplode anche il debito pubblico italiano, in salita del 170% in caso di nuova epidemia: nello specifico si prevede che questo passerà dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021.
Soltanto tra 12 mesi quindi si potrà parlare di una parziale ripresa: un rimbalzo del 7,7% nello scenario base e del 5,3% nel caso di nuova ondata Covid.
Secondo Miguel Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, ci troviamo di fronte alla “crisi più grave mai conosciuta” e in Italia il settore turismo è quello più esposto al pericolo di un indebolimento senza precedenti. “Al di là dei rischi di breve termine legati alla crisi pandemica, il principale rischio riguarda la forza e la durata della ripresa. Il settore del turismo in Italia è particolarmente vulnerabile ad una crisi prolungata dello scenario cosiddetto a doppio impatto (vale a dire con una seconda ondata di virus nel 2020) perché il turismo rischia di indebolirsi a medio termine come anche le piccole imprese del settore, 52.000 solo per quanto riguarda gli alloggi“, si legge nel rapporto.
A livello globale l’Ocse prevede una contrazione del 6% del Pil 2020 a causa della crisi pandemica, ma nel caso di una seconda ondata di contagi il crollo sarà del 7,6% su scala globale. “Fino a quando non sarà stato trovato un vaccino l’economia globale camminerà su una corda“, avverte l’Organizzazione. secondo cui serve un reddito di cittadinanza contro la povertà. “Continuare ad estendere il sostegno nei settori in cui la domanda potrebbe tornare rapidamente può evitare la disoccupazione e accelerare la ripresa – spiega. – Proprio la razionalizzazione e il miglioramento dell’accesso ai programmi di sostegno al reddito, come il reddito di cittadinanza, impedirebbe un forte aumento della povertà e sosterrebbe la domanda durante la ripresa“.
di: Maria Lucia PANUCCI
Ti potrebbe interessare anche: