Tensioni anche nella maggiorazione per la durata dell’evento che si protrarrà fino al 21 giugno e sul piano di Colao
Sarà una vera maratona di incontri con forze politiche, imprenditori, sindacati e ospiti internazionali. Gli Stati Generali dell’economia, fortemente voluti dal premier Conte per la ripartenza del Paese, taglieranno il nastro di inizio domani e secondo il calendario sarebbero dovuti durare pochi giorni mentre invece andranno avanti fino al prossimo 21 giugno. Saranno tutti incontri a porte chiuse. Interverranno, tra gli altri, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Gheorghieva, la numero uno della Bce Christine Lagarde, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. E poi intellettuali, esponenti del mondo dell’arte, della cultura: tra i nomi di spicco figurano quelli di Renzo Piano, Stefano Boeri, Massimiliano Fuksas.
Grande assente sarà il centrodestra che ha già fatto sapere che non parteciperà. La decisione è arrivata al termine di un vertice tra i leader della Lega, Matteo Salvini, di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, in cui è stata fumata nera sui candidati da presentare alle prossime elezioni regionali. “Il centrodestra è compatto sul no alla partecipazione agli Stati generali organizzati dal governo a Villa Pamphili“, hanno annunciato.
I tre partiti hanno ribadito di essere pronti a confrontarsi con il Governo in qualsiasi momento ma soltanto in occasioni e sedi istituzionali. “Gli italiani non hanno bisogno di altri show e passerelle – tuona Salvini – c’è bisogno subito della cassa integrazione per milioni di lavoratori, soldi veri per imprenditori e famiglie, scuole aperte e sicure. Il luogo del confronto e della discussione è il Parlamento, non sono le ville o le sfilate“. Gli fa eco Giorgia Meloni che all’uscita dal vertice ha detto: “Noi siamo sempre disponibili al confronto con il governo, lo dimostrano le decine e decine di proposte che abbiamo presentato in Parlamento ma su questi Stati generali c’è un problema di merito e metodo. Il problema di metodo è che gli Stati generali per noi sono il Parlamento della Repubblica: se ci si vuole confrontare con noi si fa nella sedi istituzionali, noi non partecipiamo a passerelle nelle ville. Il problema di metodo è che, proprio in queste ore, la Camera dei deputati discute il decreto Rilancio, ovvero come spendere 55 miliardi di euro che, insieme ai 25 precedenti, ipotecano il futuro per qualche anno. E, se qualcuno vuole parlare con noi, di questo deve parlare: di come si spendono questi 80 miliardi di euro, perché parlare di altro per ora non ci interessa“.
La risposta del capo di Governo non si è fatta di certo attendere: “Credo di aver dimostrato di andare in Parlamento in tutte le occasioni possibili e immaginabili. L’accusa di sottrarmi al confronto col Parlamento è un po’ ardita“. E sulla scelta di villa Pamphilj come sede degli Stati Generali dell’economia, ha aggiunto: “Quella villa è sede istituzionale di alta rappresentanza della presidenza del Consiglio. Invitarli lì per progettare l’Italia che vogliamo, l’Italia del rilancio è un gesto di attenzione nei loro confronti. Un luogo più istituzionale non si può, ci invitiamo anche capi di Stato e di Governo“.
Il centro destra non è però il solo a criticare le scelte di Conte. Anche nella maggioranza ci sono diversi malumori. A cominciare dal Pd che non condivide la decisione di far durare così a lungo gli Stati Generali, anzi la vede come una smania di protagonismo da parte del premier. Ed anche il M5s è in posizione di attacco soprattutto perché non approva il piano presentato da Vittorio Colao nei giorni scorsi (leggi qui di cosa si tratta).
Conte comunque come sempre va per la sua strada ed ha già avviato gli incontri con i principali ministri.
di: Maria Lucia PANUCCI
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