Nel pieno dell’emergenza sanitaria le entrate hanno visto un calo del 20,4%
Ad aprile il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 36 miliardi rispetto al mese precedente, per un ammontare complessivo di 2.467,1 miliardi. A comunicarlo è la Banca d’Italia che sottolinea come questo incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (17,7 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi, a 46,9). Inoltre gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno nel complesso aumentato il debito di ulteriori 1,4 miliardi.
Entrando nello specifico, il debito delle amministrazioni centrali è cresciuto di 35,1 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,8 miliardi e quello degli Enti di previdenza di 0,1 miliardi. Rispetto a marzo la vita media residua del debito è rimasta costante a 7,4 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è aumentata di 0,6 punti percentuali, al 18%.
Sempre ad aprile poi le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 24,2 miliardi, in diminuzione del 20,4% rispetto allo stesso mese del 2019, risentendo della sospensione di alcuni versamenti fiscali disposta dai decreti Cura Italia e Liquidità e del peggioramento del quadro macroeconomico.
Secondo l’istituto di via Nazionale poi nei primi quattro mesi del 2020 le entrate tributarie sono state pari a 119,1 miliardi, in diminuzione del 2,8% (-3,4 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
di: Maria Lucia PANUCCI
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