
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli avverte: “Non accettiamo passi indietro”
Si è appena concluso il Consiglio europeo che da questa mattina ha visto i 27 leader europei riuniti in video conferenza per parlare del Recovery Fund promosso dalla Commissione Ue per rilanciare l’economia dopo la crisi dovuta al Coronavirus.
Soddisfatto il presidente Charles Michel che ha già annunciato che il prossimo summit sarà a metà luglio. “Nonostante il lavoro resti complesso tutti hanno mostrato, oggi, si essere impegnati, ora dobbiamo intensificare i contatti“, ha detto.
Il premier Conte ha parlato del Recovery Fund come di “una proposta equa e ben bilanciata“. “Sul fronte interno, l’Italia ha già avviato una consultazione nazionale con tutte le forze politiche, produttive e sociali per elaborare un piano di investimenti e riforme che ci consenta di non ripristinare la situazione pre-Covid 19 ma di migliorare il livello di produttività e di crescita economica – ha spiegato. La proposta della Commissione è equa e ben bilanciata. Sarebbe un grave errore scendere al di sotto delle risorse finanziarie già indicate. E anche la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita. Anche i tempi sono molto importanti. Dobbiamo assolutamente chiudere l’accordo entro luglio. E dobbiamo assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcune risorse già per quest’anno“.
Propositiva verso questo strumento finanziaria è anche la cancelliera Angel Merkel che vorrebbe chiudere le trattative entro l’estate. “L’Unione europea sta affrontando la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale e ha tutto l’interesse a varare il Recovery plan entro la fine dell’estate, prima di eventi come le elezioni americane“, ha detto durante la riunione, rimarcando che i leader europei si devono vedere dal vivo al più presto.
Vuole stringere i tempi anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che, in un messaggio diffuso su Twitter, ha detto: “Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito, perciò deve esserci un limite di tempo e si deve discutere di chi paga quanto, di chi beneficia di più e di quali condizioni vincolano gli aiuti. L’obiettivo di Vienna è mostrare solidarietà ai Paesi più colpiti dal Coronavirus“.
Non accetta passi indietro il presidente del Parlamento europeo David Sassoli che ha definito il fondo messo sul tavolo dalla Commissione europea “una proposta ambiziosa per il rilancio dell’Ue che però rappresenta la base minima di partenza“. “Intervenire solo con prestiti avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati membri e sarebbe più costoso per l’Unione nel suo insieme – ha sottolineato. Sul piano di ripresa il parlamento è chiaro, è una buona base di partenza e ci auguriamo che il Consiglio la apprezzi per iniziare una negoziazione. Vogliamo un piano di ripresa e un Qfp (quadro finanziario pluriennale, ndr) che siano la benzina del motore che deve ripartire“.
Oltre a rispondere alle sfide a breve termine, secondo Sassoli è fondamentale guardare al futuro con una visione strategica. “Se da una parte abbiamo apprezzato la pronta risposta della Commissione alla crisi, dall’altra -ha aggiunto – la proposta riveduta relativa al Qfp non è ancora all’altezza delle priorità che ci siamo dati all’inizio di questa legislatura e che oggi sono ancora più urgenti“.
Gli fa eco la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. “Sono felice di presentare il Next Generation Eu al Consiglio europeo. Il nostro pacchetto aiuterà l’Europa per una ripresa resiliente, sostenibile e digitale. Ora dobbiamo unire i nostri sforzi, non è consentito alcun ritardo – ha spiegato. – Oggi attraversiamo una tappa cruciale verso l’uscita dalla crisi“.
Von der Leyen ha ricordato che il piano per la ripresa non aiuta solo l’economia dei Paesi più toccati dal Coronavirus, ma anche quelli in cui l’economia ha molto sofferto in maniera indiretta a causa del confinamento. “Next Generation Eu – ha continuato – sarà un modo per aiutare l’Europa a modernizzarsi, è una chance che l’Europa non può farsi sfuggire. Voglio un’Europa che sia più capace di rispondere alle grandi tempeste globali e che offra un luogo sicuro alle generazioni future“.
di: Maria Lucia PANUCCI
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