
Gli Usa hanno ancora bisogno di una politica monetaria molto accomodante
L’epidemia data dal Coronavirus sta causando enormi difficoltà umane ed economiche in tutti gli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il virus e le misure adottate per proteggere la salute pubblica hanno indotto un forte calo dell’attività economica e un’impennata della perdita di posti di lavoro. E’ questo quello che emerge dai verbali relativi all’incontro dello scorso 9-10 giugno del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve.
L’istituto americano si dice molto preoccupato per gli impatti economici dovuti alla pandemia, in termini di crescita e posti di lavoro, e ribadisce un pieno sostegno alla ripresa economica attraverso una politica monetaria accomodante e tassi di interesse attorno allo zero per un lungo periodo di tempo. “Le condizioni finanziarie sono migliorate, in parte grazie alla politica di misure di sostegno all’economia e al flusso di credito alle famiglie e alle imprese statunitensi – spiega in una nota. – Ma la crisi sanitaria pubblica in corso peserà pesantemente sull’attività economica, sull’occupazione e inflazione a breve termine e pone notevoli rischi per le prospettive economiche a medio termine“. Per il 2020, si attende quindi una pesante recessione ed una impennata della disoccupazione.
La Fed conferma una policy “molto accomodante” che possa incentivare, da un lato la ripresa economica nel 2021, dall’altro la generazione di nuovi posti di lavoro. Gli strumenti più adatti per affrontare questa enorme sfida, la più grande dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, saranno i tassi di interesse, che la Fed conta di mantenere in un range dello 0-0,25% almeno sino al 2022 e forse anche oltre. La banca centrale USA, invece, esclude di nuovo l’applicazione di tassi d’interesse negativi, uno strumento che giudica “non efficace” per affrontare questa crisi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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