
Dopo più di 60 anni di attività e 18 mila ristoranti in 100 Paesi, il gigante chiude la saracinesca messo in ginocchio dai debiti e dalla pandemia
E’ proprio il caso di dirlo: il Covid si è mangiato Pizza Hut. Dopo più di 60 anni di attività e 18 mila ristoranti aperti in 100 Paesi, il colosso americano ha dichiarato bancarotta, messo in ginocchio dai debiti e steso in modo definitivo dalla crisi legata alla pandemia.
Tutto ebbe inizio nel ’58 quando i due fratelli Carney, Dan e Frank, si fecero prestare dalla madre 600 dollari per aprire un piccola rivendita a Wichita, Kansas dove far gustare agli studenti il prodotto italiano più famoso al mondo: la pizza. Dan e Frank impararono in fretta e un anno dopo avevano aperto già il secondo ristorante, a Topeka, sempre nel Kansas, e avviato, per primi, le consegne a domicilio.
Nel ’77 Pizza Hut contava quattro mila ristoranti. Quando i fratelli vendettero tutto alla PepsiCo per più di 300 milioni di dollari, Frank rimase presidente per poi lanciare una nuova catena, Papa John’s. Ma Pizza Hut resse benissimo la concorrenza, conquistando con una nuova proprietà, la Yum, legata al gruppo Npc International, una serie di primati: prima catena con testimonial Ringo Starr e la ex moglie di Donald Trump, Ivana, prima a offrire un paio di occhiali da sole ispirati al film Ritorno al futuro, prima ad andare su Facebook, a lanciare una app su iPhone e a entrare nella console dei giocatori di videogames che così potevano ordinare senza smettere di giocare.
L’ultimo grande colpo da maestro c’è stato due anni fa. Il colosso è diventato sponsor ufficiale della Nfl, il campionato di football più seguito d’America. Ma tutto questo non è bastato. I conti erano già in rosso ed il lockdown ha dato il colpo di grazia.
Con Pizza Hut chiuderà anche l’altra catena di ristoranti del gruppo, Wendy’s, diventata tristemente famosa, fuori dai confini americani, per la morte dell’afroamericano Rayshard Brooks, ucciso dalla polizia nel parcheggio di uno dei ristoranti della catena, ad Atlanta, in Georgia.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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