
L’obiettivo è creare un gruppo che nel 2022 realizzi utili per almeno cinque miliardi
Ha preso ufficialmente il via l’offerta pubblica di scambio con cui Intesa Sanpaolo vuole inglobare Ubi Banca in un’operazione che metterebbe assieme il primo e il quarto istituto di credito italiani.
E così dopo mesi di discussioni, autorizzazioni e stoccate, è partita stamattina l’operazione che prevede un periodo di adesione fissato dal 6 al 28 luglio (estremi inclusi) e che consiste in un concambio di 17 azioni Intesa di nuova emissione ogni 10 titoli portati in adesione. L’obiettivo è quello di creare un gruppo che nel 2022 realizzi utili per almeno cinque miliardi, che remuneri i soci con dividendi in contanti pari al 75% dell’utile quest’anno e al 70% il prossimo, e che possa giocare un ruolo da protagonista sul panorama europeo, anche in vista di un consolidamento transfrontaliero.
Le sinergie attese sono pari a 700 milioni e Intesa Sanpaolo è pronta ad andare avanti anche solo col 50%+1 delle azioni, nella convinzione che anche in questo caso, e anche se non si dovesse raggiungere la fusione di Ubi nella banca milanese, la maggior parte sarebbe comunque ottenibile.
Il principale rischio rimane quello Antitrust: per portare avanti l’ops, Carlo Messina, supportato dai consigli dell’advisor Mediobanca e in particolare di Francesco Canzonieri, già al momento della presentazione aveva in tasca un accordo con Bper perché acquistasse 4-500 filiali. Dopo i primi dubbi dell’authority sulla concorrenza questo numero è stato rivisto al rialzo, a 532 filiali; se non fosse sufficiente, Intesa è pronta a cederne altre 17 a soggetti terzi. A seconda di come andrà l’offerta, ovvero della quota di capitale che avrà in caso di successo, un possibile rischio è legato alla cessione di questo ramo d’azienda. Altro rischio evidenziato dal prospetto è quello dei dividendi: al momento la Bce ha raccomandato di non distribuirne fino ad ottobre, ma ovviamente se questa politica venisse prorogata, Intesa non potrà pagare le cedole con cui intende remunerare i soci.
Nonostante l’ops sia stata bocciata all’unanimità dal cda di Ubi che l’ha ritenuta “non conveniente” per i propri soci (leggi qui), la banca guidata da Carlo Messina non si è lasciata scoraggiare e proprio stamattina ha fatto sapere di voler proseguire nei suoi obiettivi. “Fermo restando il massimo rispetto per il consiglio di amministrazione e il management di Ubi, confermo che la nostra attenzione è rivolta agli azionisti: l’approvazione da parte di Consob del Documento di offerta e l’apertura del periodo di adesione fanno sì che da lunedì 6 e fino al 28 luglio saranno loro ad esprimersi su un progetto volto a creare un gruppo ai vertici europei del settore, rafforzando al contempo il contesto domestico“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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