Forse c’entra la chiesa di Papa Francesco
Gli affari sono affari e pecunia non olet, anche quando l’oblazione arriva dal regime autoritario e liberticida del Partito Comunista Cinese (PCC). “Arriverebbe” – è il caso di precisare – con destinazione Vaticano. La rivelazione shock (e tutta da verificare) proviene dal dissidente cinese Guo Wengui, uomo d’affari perseguitato dalla dittatura, che in un’intervista a Steve Bannon ha dichiarato che il PCC finanzia ogni anno con 2 miliardi di dollari la chiesa di Papa Francesco per ripagarla del silenzio sulle atrocità di Pechino e ottenere influenza sul processo decisionale interno del Vaticano, nella consolidata strategia del “BGY” (blue, gold, yellow): condizionare attraverso il controllo di internet, corrompere col denaro e sedurre personaggi-chiave con favori sessuali.
Il whistleblower ha passato vicissitudini legali, ma si tratta di una fonte citata anche dal New York Times, ed essendo attivista politico il Partito ha avuto più che un movente per infangarlo e costringerlo all’esilio. Come se non bastasse, l’accusa è corroborata da varie coincidenze. In primis il clamoroso e inedito accordo segreto sino-vaticano del 2018. Si tratta di un partenariato che, per quello che sappiamo, è una sorta di maxi-condono delle chiese cattoliche cinesi: secondo il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, la Chiesa “clandestina” (fedele a Roma e repressa dal PCC) verrebbe annessa alla Chiesa “patriottica”, realtà scissionista sottomessa al regime. Situazioni ben note al Pontefice. Inoltre, con questo accordo, sono stati nominati 7 nuovi vescovi in Cina, che, stando ancora a Ze-kiun, sarebbero illegittimi o non conformi.
Altro tema che andrebbe a suffragare la tesi di Guo sono i silenzi di Papa Francesco sulle nefandezze di Xi Jinping. Se il Santo Padre si è espresso più volte su temi come oppressioni, guerre, immigrazione, non ha ancora proferito parola sulla crisi di Hong Kong: addirittura secondo il vaticanista Marco Tosatti il passaggio dell’Angelus, che conteneva una lieve stoccata sulle repressioni della “legge sulla sicurezza”, sarebbe sparito misteriosamente. Pope Francis, come lo chiamano gli americani, si sta allontanando dalla sponda atlantica e sta abbracciando quella asiatica, perseguendo la sua tendenza gesuitica e pauperistica. Sarà un caso che Pechino sta aiutando fortemente l’Argentina a uscire dal nono default con accordi commerciali senza precedenti, che hanno lasciato indietro anche il Brasile, grazie a mega-acquisti di farina di soia dal governo Fernández.
Ci stiamo dirigendo verso un’egemonia catto-comunista? «E un altro segno apparve nel cielo; ecco: un grosso dragone, rosso-vivo, con sette teste (…). Essa quindi diede alla luce un figlio, (…) quello che era destinato a governare tutte le nazioni con verga di ferro». Apocalisse 12: 3-5.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 9 Luglio 2020