
Rimane lo zoccolo duro dei Paesi frugali. Il cancelliere austriaco Kurtz avverte: “Negligente non chiedere all’Italia come spenderà i soldi”.
Si apre oggi una settimana densa di impegni per Conte. Il premier nel pomeriggio incontrerà la cancelliera Angela Merkel, in vista del Consiglio europeo del prossimo 17 e 18 luglio. Stando a una nota diffusa da palazzo Chigi, l’incontro sarà alle 16 nel castello di Meseberg, residenza del Governo tedesco che si trova 65 chilometri a Nord di Berlino.
L’obiettivo di Conte è chiudere l’accordo sul Recovery fund da 750 miliardi che darebbe all’Italia oltre 170 miliardi di risorse. Resta da superare l’opposizione dei Paesi cosiddetti frugali, a partire da Olanda e Austria, tant’è che sembra molto improbabile che si arrivi ad un accordo definitivo già a fine settimana.
Intanto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha ribadito sui media locali il suo punto di vista rispetto alla trattativa europea sugli aiuti per la pandemia del Covid-19. «Un’Unione dei debiti con noi non si potrà fare – ha confermato. – Ma è chiaro che in una crisi straordinaria come questa, bisogna aiutare gli Stati che sono stati colpiti più gravemente, e che stanno attraversando peggio questa crisi sanitaria ed economica».
Naturalmente per Kurz come debbano essere questi aiuti sarà discusso nei dettagli nel negoziato. «Sono ottimista che alla fine arriveremo ad un accordo – ha aggiunto. – Sarebbe negligente non chiedere come l’Italia spenderà i soldi del Recovery Fund. “Ovviamente siamo interessanti ad uno sviluppo positivo del nostro Paese vicino. Ma sono proprio i vicini quelli che conosciamo bene. In Italia diversi programmi di sostegno dell’Ue non hanno portato il risultato sperato. Il Paese deve ancora combattere con molta economia sommersa, e dalle pensioni fino al mercato del lavoro ha ancora sistemi che non sono competitivi».
Secondo il cancelliere austriaco se dobbiamo spendere 750 miliardi di euro, dobbiamo chiederci: chi li deve pagare, chi li deve ricevere e per cosa devono essere spesi. «Bisogna andare nella direzione del programma di riforme dell’Italia: abbattimento della burocrazia, lotta contro l’evasione fiscale, sistemi economici competitivi – ha affermato. – Anche di altri Paesi potrei nominare i punti deboli. Ma in Spagna, Portogallo o Irlanda abbiamo vissuto riforme intense sotto la pressione dei programmi d’aiuto. E in Grecia non dovremmo neanche parlare a lungo di condizioni: il nuovo premier Kyriakos Mitsotakis le riforme le fa da solo».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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