
Le piccole e medie imprese italiane sono a rischio default
«L’attività economica ha iniziato a riprendersi da livelli molto bassi ma l’incertezza resta alta». A lanciare l’allarme è il Fondo monetario internazionale nel documento preparato per il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, che si terrà virtualmente il 18 luglio. Al G20 il Fondo chiede “sforzi collettivi, essenziali per mettere fine alla crisi finanziaria e rilanciare la crescita“.
Secondo il direttore generale del fondo Kristalina Georgieva, “siamo entrati
in una nuova fase della crisi che richiederà ulteriore agilità politica per assicurare una ripresa durevole e condivisa“.
Il Covid-19 continua quindi a diffondersi, anche se a velocità diverse nei vari Paesi. L’Italia è quello che più sta risentendo e risentirà in futuro della crisi con il rischio di default per le piccole e medie imprese che restano l’anello più debole, “visto che spesso non hanno accesso ai finanziamenti e non possono facilmente ottenere prestiti per mantenere l’attività”.
«La nostra analisi su un campione di 17 Paesi – si legge nel dossier – suggerisce che i fallimenti delle Pmi potrebbero triplicare da una media del 4 % prima della pandemia al 12% nel 2020 senza un adeguato sostegno politico». Secondo l’istituto di Washington oltre un terzo delle piccole imprese in Canada, Corea, Regno Unito e Stati Uniti è preoccupato della propria redditività o prevede di chiudere definitivamente entro il prossimo anno ma la crisi maggiore si verificherebbe in Italia, a causa al forte calo della domanda aggregata e dell’elevata quota di produzione nelle industrie ad alta intensità di contatto. I settori dei servizi sono i più colpiti, con i tassi medi di fallimento nel Paese che aumentano di oltre 20 punti percentuali nei servizi amministrativi, nell’arte, nell’intrattenimento e tempo libero e nell’istruzione, mentre le attività essenziali, come l’agricoltura, l’acqua e i rifiuti, registrano solo piccoli aumenti nei tassi di fallimento. «Tutto questo – è la riflessione degli esperti del Fondo – potrebbe pesare sulla ripresa economica, a causa degli ingenti costi di riallocazione del lavoro e del capitale e causare instabilità finanziaria».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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