
“Rilancio per un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva”
«Con i 209 miliardi previsti dall’accordo sul Recovery fund l’Italia ha un’opportunità unica di rilancio per un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva. Il 10% delle risorse della Recovery e Resilience Facility potranno essere anticipate come prefinanziamento nel 2021 e sarà possibile includere anche le spese a partire da febbraio 2020 se coerenti con gli obiettivi previsti dallo strumento». A dirlo è il ministro dell’economia Roberto Gualtieri che sottolinea come i 27 leader europei abbiano raggiunto a Bruxelles un accordo “storico” che comprende delle novità assolute (leggi qui).
Secondo il titolare del Tesoro infatti nell’intesa “è passato un articolo che consente di anticipare il 10% delle risorse” e un altro che permette di “considerare per questo progetto, purché coerenti con il programma generale, anche le spese fatte a partire da febbraio di quest’anno“. Ciò significa che anche le spese sostenute per le misure anti-Covid a partire da febbraio potranno essere incluse nel piano di rilancio che l’Italia presenterà ad autunno. «Siamo al lavoro già da tempo – ha spiegato – per elaborare un piano di rilancio incisivo che sostenga la ripresa ma che affronti anche alcuni dei problemi storici dell’Italia per fare crescere il Paese con investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, contrasto ai mutamenti climatici, innovazione. Stiamo definendo un piano preciso e dettagliato che vogliamo essere tra i primi a presentare, già a ottobre, in modo da poter partire subito con un grande rilancio dell’economia italiana».
Gualtieri ne ha approfittato per lodare il lavoro di Conte a Bruxelles, sottolineando come i suoi risultati abbiamo rafforzato questo Governo. «Siamo di fronte davvero a un risultato storico per l’Italia e l’Europa e questo Governo – ha osservato – ha il merito di aver creduto caparbiamente fin dall’inizio che occorreva un salto di qualità di fronte a una crisi senza precedenti. Abbiamo ottenuto un risultato che nessuno immaginava possibile solo pochi mesi fa. E’ stato un negoziato molto duro, molto difficile, ma alla fine ha prevalso la posizione che non è tanto quella dell’Italia ma della ragionevolezza e del diritto europeo. Ci siamo battuti per un principio fondamentale per l’Europa: spetta alla Commissione gestire le risorse e nessun Paese può avere diritto di voto sui pagamenti agli altri Paesi».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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