
Vediamoli nel dettaglio
Recovery fund e Mes: quante volte abbiamo sentito parlare di questi due fondi che dovrebbero aiutarci ad uscire dalla crisi economica-finanziaria in cui siamo sprofondati a causa del Coronavirus? Abbiamo parlato diverse volte dell’uno e dell’altro strumento singolarmente. Ora vediamoli in parallelo e soprattutto cerchiamo di capire quali sono le differenze, perché anche se sembrano simili, in realtà presentano delle differenze notevoli.
Intanto i due fondi sono stati creati per motivi diversi. Il Meccanismo Europeo di Stabilità (European Stability Mechanism) è un organismo europeo nato nel 2012 con l’obiettivo primario di garantire la stabilità finanziaria dei Paesi dell’Eurozona. Per questo si chiama anche Fondo salva Stati: una crisi economica o finanziaria per un solo Stato membro potrebbe avere ripercussioni anche su tutti gli altri e per questo è stato pensato tale strumento, per aiutare il Paese in difficoltà e di conseguenza tutti gli altri. L’obiettivo è quindi quello di garantire prestiti emergenziali a quegli Stati dell’Eurozona che per varie ragioni hanno perso la fiducia dei mercati e non riescono a finanziarsi se non a tassi d’interesse insostenibili, accedendo ad un credito meno “costoso” di quello imposto dal mercato e tenendo così sotto controllo il debito pubblico. Soltanto quest’anno è stata resa disponibile la possibilità di chiedere un prestito al Mes per ragioni diverse da quelle stabilite dal trattato che l’ha istituito, solo per le spese di tipo sanitario dirette o indirette. Il Recovery Fund, o meglio dire Next Generation EU, così com’è stato concepito dalla Commissione europea, è un aiuto ai Paesi più colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia. Un fondo comune quindi ed emergenziale che serve per sostenere la ripartenza attaule. A differenza del Mes, questo strumento rientra nel diritto comunitario, mentre a regolare il Fondo Salva-stati è un trattato intergovernativo. Possono accedere al Recovery tutti i Paesi Ue (compresi quelli che non aderiscono all’euro).
Anche le modalità di finanziamento sono diverse: le erogazioni finanziarie del Mes avvengono sempre e solo attraverso prestiti, mentre l’accesso al Recovery fund avviene in parte attraverso prestiti ed in parte attraverso sussidi, quindi assegnazioni a fondo perduto, il ché rende questo strumento (almeno in teoria) più solidale del primo.
La parte che forse mette in luce le maggiori differenze riguarda le condizionalità. Quando uno Stato membro deve avanzare la richiesta di ricorrere al Mes, quest’ultimo chiede alla Commissione Europea di valutarne lo stato di salute e definirne il fabbisogno finanziario, dopo di che è l’organo plenario del Mes stesso che deve prendere una decisione ed il Paese che richiede i prestiti deve accettare condizioni stringenti come l’obbligo di riforme strutturali o tagli alla spesa pubblica. E’ comunque il consiglio del Mes, che riunisce i 19 ministri delle Finanze dell’Area euro, a definire caso per caso ciò che è più opportuno richiedere al Paese finanziato. Nel caso invece del Recovery fund i prestiti vengono assegnati sulla base di proposte di riforma (recovery and resilience plan) elaborati dalle singole nazioni che intendono chiedere gli aiuti. Queste ultime debbono essere in linea con i criteri indicati nel semestre europeo.
In base a quanto stabilito dall’ultimo Vertice Ue, concluso ieri dopo una lunga maratona di trattative (leggi qui), a guidare la procedura sarà non solo la Commissione, ma anche il Consiglio dell’Ue, ovvero i rappresentanti e i capi di Governo di ciascuno Stato membro cui sarà richiesta l’approvazione dei piani di riforma a maggioranza qualificata.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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