
In media il costo è di 135 euro per un valore complessivo intorno ai 2,1 miliardi
A causa del Covid i saldi estivi sono iniziati più tardi quest’anno. Alcune regioni come Sicilia, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte hanno già dato il via agli sconti, chi prima chi dopo. Il resto d’Italia tiene duro e attende la data ufficiale ovvero il 1 agosto, anche se andando in giro un po’ dappertutto sono pochi i negozi che tengono fede a questa data ed in sordina hanno già messo a ribasso i prezzi di molti capi.
I saldi estivi saranno però neri quest’anno. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà oltre il 40% in meno rispetto allo scorso anno e in media 135 euro per un giro d’affari complessivo intorno ai 2,1 miliardi.
Sui saldi estivi pesano lo smart working che svuota il centro delle città, la cassa integrazione che incide sui redditi delle famiglia ed i timori per la crisi economica innescata dall’emergenza Covid che spingono a risparmiare più che a spendere. «I consumi post lockdown – ha spiegato Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio – non sono al momento ripartiti, soprattutto nei centri delle grandi città che stanno vivendo un momento estremamente complicato, per l’elevato utilizzo dello smart working, della cassa integrazione e della situazione di incertezza che porta all’incremento del risparmio privato».
Per Borghi non ha aiutato neanche il caos generato dalla partenza degli sconti. «E’ un peccato che la Conferenza delle Regioni, invece di confermare la data unica al primo agosto, abbia lasciato alle Regioni la libertà di scegliere se anticipare di una settimana o meno, creando di fatto inopportune concorrenze tra territori limitrofi – ha aggiunto. – I saldi, seppur imbrigliati dalle restrizioni economiche e dalle mascherine, rappresentano sempre un rito collettivo che, anche in tempi di Covid-19, risponde alle attese dei consumatori, se non altro per trovare il piacere dell’affare e della soddisfazione di un desiderio o per semplice gratificazione dopo un lungo periodo di rinunce».
Secondo il presidente per far ripartire il settore “è fondamentale trovare sinergie e collaborazioni, anche per permettere ai nostri centri di rivivere e dare maggior fiducia ai nostri connazionali verso l’acquisto nei negozi di prossimità. I saldi di fine stagione potrebbero così rappresentare una risposta, con un momentaneo picco euforico dei consumi, alle pesanti perdite registrate da oltre il 60% delle imprese dalla riapertura del 18 maggio“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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