“Sul Pil rimane una incertezza elevata. Più spesa e meno tasse non bastano per una crescita duratura”
«Per il nostro Paese inizia ora un percorso tutt’altro che agevole. Andranno delineati in tempi rapidi progetti di investimento e di riforma lungimiranti, concreti e dettagliati. Soprattutto tali progetti andranno attuati senza ritardi e inefficienze. È la condizione per garantire l’effettivo accesso ai finanziamenti previsti dal Next Generation EU, per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana». A parlare è il capo del servizio Struttura economica di Bankitalia, Fabrizio Balassone, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato sul Piano nazionale di riforma e sulla relazione con la richiesta di scostamento. «La sfida che attende il Governo e il Parlamento è di dare contenuto attuativo alle indicazioni contenute nel Pnr, garantendo efficacia, efficienza e rapidità degli interventi», ha insistito.
Balassone ha ricordato che allo stato attuale si prefigura una caduta del Pil del 9,5% nella media del 2020, dovuta alla contrazione in primavera, e una ripresa parziale nel biennio successivo (+4,8% nel 2021 e +2,4% nel 2022). Solo in uno scenario più sfavorevole, che contempla quindi sviluppi negativi sul fronte epidemiologico, il Pil italiano potrebbe contrarsi di oltre il 13% nel 2020 e recuperare in misura più contenuta nel 2021. Tuttavia, ha precisato l’esponente di Bankitalia, “in questi scenari non sono considerati gli ulteriori interventi possibili con lo scostamento di bilancio proposto dal governo e con le risorse anticrisi definite in sede europea“.
Secondo la Banca d’Italia, serviranno “uno sforzo straordinario nell’attività di programmazione e una capacità di realizzazione che non sempre il Paese ha mostrato di possedere“. L’impatto sull’economia dipenderà anche dal miglioramento del contesto in cui si svolge l’attività di impresa. «Sarebbe rischioso assumere che incrementi di spesa e riduzioni di imposte possano automaticamente tradursi in una crescita economica sostenuta e duratura senza un impegno continuo per il miglioramento della qualità dell’azione pubblica», ha continuato.
Nei prossimi mesi l’enfasi della politica economica dovrà necessariamente spostarsi dalla gestione degli effetti di breve periodo della crisi alla progettazione di interventi volti a rendere l’economia italiana più resiliente e sostenibile, in grado di crescere a ritmi più sostenuti. «Altrimenti – avverte il capo del servizio Struttura economica della Banca d’Italia – esaurito il sollievo temporaneo che possono garantire le misure d’emergenza, le condizioni macroeconomiche e finanziarie del Paese non potrebbero che peggiorare».
di: Maria Lucia PANUCCI
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