Dal settore automotive, all’alimentare alle telecomunicazioni, da Milano a Roma, sono molte le realtà che hanno stretto accordo con i dipendenti per posticipare le ferie e non fermare la produzione durante il mese centrale dell’estate
Tenere aperte le aziende ad agosto per recuperare il tempo perso con il lockdown. Ha preso piede un po’ in tutta Italia la proposta lanciata da Confindustria e sono davvero tante le realtà, dall’automotive all’alimentare alle telecomunicazioni, che hanno deciso di non fermare la produzione nel mese più caldo dell’estate pur di recuperare qualcosa. Ovviamente questo in accordo con quei dipendenti che hanno accettato di posticipare le proprie ferie.
Hanno colto l’invito degli industriali realtà anche importanti del calibro di Novation Tech specializzata nella produzione di componenti di alta qualità in carbonio, fornitrice di Ferrari, BMW, McLaren, Lamborghini. «I nostri mercati principali sono Gran Bretagna, Germania e Italia. Fatturiamo 5 milioni al mese e anche se il nostro è un settore di nicchia e di alta gamma che ha avuto meno problemi di ordinativi del mercato generalista, il lockdown si è fatto sentire dal momento che siamo dovuti restare chiusi dal 25 marzo al 4 maggio. Di qui la disponibiità offerta ai nostri clienti di restare sempre aperti quest’anno – ha spiegato il patron Luca Businaro. – Non terremo aperta tutta l’azienda – specifica Businaro – ma nelle due settimane centrali di agosto ci saranno 80 persone, così da garantire una ripresa del fatturato. Del resto abbiamo deciso di privilegiare l’utilizzo delle ferie durante il periodo di chiusura e abbiamo fatto un ricorso minimo alla cassa integrazione. L’obiettivo è chiudere il 2020 poco al di sotto del giro di affari del 2019».
Recupereranno le ferie ad autunno i dipendenti del Salumificio Castelli che si trova a Frascati, in provincia di Roma. «Durante il lockdown – ha spiegato il proprietario – il nostro fatturato è crollato del 50%. Noi riforniamo sia la grande distribuzione che i ristoranti. Questi ultimi hanno chiuso improvvisamente. Per la prima volta, d’accordo con i nostri lavoratori, siamo stati costretti a ricorrere alla cassa integrazione». Ora la decisione di restare aperti ad agosto. «Abbiamo ritenuto che non era il caso mettere in difficoltà i ristoranti. Recupereremo le ferie in autunno. Noi per primi, alla guida dell’azienda».
Diverso il caso della Farmo spa, azienda milanese specializzata nella produzione e commercializzazione di alimenti gluten free, un mercato in netta espansione che non conosce crisi. «Il Covid non ha avuto ripercussioni su ordini e fatturato – ha detto il titolare dell’azienda Remo Giai. – Il nostro mercato principale sono Usa e Canada. E i nostri clienti sono i supermercati non i ristoranti o il catering. Non solo il trend del gluten free è in crescita costante negli anni, ma a ciò si aggiunge il fatto che durante il lockdown il consumo domestico di cibo è aumentato come conseguenza del calo del consumo fuori casa». Di qui un aumento medio del 30% degli ordini ( 40% dal Nord America e del 15% dall’Europa) e la decisione di restare aperti ad agosto per l’aumento del lavoro. «Gli anni scorsi chiudevamo la produzione per un paio di settimane ad agosto, restando attivi sempre con la distribuzione mentre quest’anno invece teniamo tutto aperto», ha concluso.
Insomma chi per recuperare parte del fatturato, chi per gestire la mole di lavoro in più, saranno molte le aziende ed i lavoratori che non andranno in ferie quest’anno, almeno non ad agosto, con le città sempre piene ed il turismo in affanno.
di: Maria Lucia PANUCCI
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