
Secondo la Procura di Manhattan avrebbe gonfiato artificiosamente ricchezze e valore delle sue proprietà per ottenere dagli istituti di credito prestiti più ingenti del dovuto
Donald Trump è nei guai. La procura di Manhattan ha avviato un’indagine nei suoi confronti ipotizzando i reati di frode bancaria e assicurativa che sarebbero stati perpetrati attraverso alcune aziende del tycoon. A riportarlo è il New York Times a tre mesi dalle elezioni presidenziali USA che lo vedranno sfidarsi con il repubblicano Joe Biden.
L’ipotesi accusatoria mossa a Trump è di aver aver gonfiato in modo illegale il valore delle sue ricchezze e quello di alcune proprietà, con l’obiettivo di farsi erogare prestiti bancari più consistenti rispetto a quelli a cui avrebbe avuto diritto.
A quanto pare Cyrus Vance Jr, procuratore di Manhattan, avrebbe richiesto al tycoon di presentare le dichiarazioni dei redditi, sia personali che della sua organizzazione, degli ultimi 8 anni con l’obiettivo di portare a galla eventuali incongruenze. Fino a questo momento l’indagine è apparsa in gran parte focalizzata sui pagamenti effettuati, in vista delle elezioni presidenziali del 2016, a due donne che avevano dichiarato di aver avuto rapporti con lo stesso Trump. Ora invece nella nuova istanza i pm hanno puntato il dito contro alcune “indiscusse affermazioni” presenti nei precedenti documenti giudiziari e contro diverse notizie sulle pratiche commerciali del tycoon, le quali avrebbero garantito “un’ampia base giuridica per la citazione in giudizio“.
I legali di Trump sono già sul piede di guerra ed hanno giudicato l’indagine “eccessiva, in malafede, una molestia nei suoi confronti, nonché in una violazione dei suoi diritti legali”.
Certo è che le accuse di frode mosse a Trump in questo particolare momento non gli giovano affatto e spianano la strada all’avversario che a quanto pare è il favorito nei sondaggi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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