Parziale recupero nel 2021 ma non sufficiente per tornare ai livelli pre-Covid
Nel 2020 il Pil potrebbe contrarsi del 10,4% e recuperare parzialmente del 5,6% l’anno prossimo. E’ questa la previsione dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che sottolinea come “la recessione è stata decisamente attenuata dalla politica di bilancio, che avrebbe sostenuto il Pil per circa 2,5 punti percentuali“.
Secondo i modelli di previsione di breve periodo dell’Upb, l’attività economica “tornerebbe a espandersi nella seconda metà dell’anno, ma con tempi e intensità che restano fortemente incerti“. Dato il quadro economico e considerati gli interventi comprensivi dello scostamento richiesto dal Governo con la Relazione al Parlamento di luglio, i conti pubblici peggioreranno notevolmente nell’anno in corso per poi rientrare in parte nel 2021. Il rapporto tra il debito pubblico e il Pil, dopo la stabilizzazione ottenuta nel 2019 al 134,8%, dovrebbe superare il 160% nel 2020, per poi ridursi leggermente nel 2021 grazie al ritorno alla crescita del prodotto, ma rimanendo comunque al di sopra del 160% del Pil.
Secondo l’Upb l’incremento del Pil del 5,6% non sarebbe tuttavia sufficiente a riportare i livelli produttivi su valori prossimi a quelli registrati prima dell’inizio della pandemia; il livello del prodotto lordo sarebbe inferiore a quello del 2019 per circa cinque punti percentuali.
Questo significa che, nonostante il parziale recupero dell’anno prossimo, ancora tanta strada bisogna percorrere prima di tornare ad una situazione precedente alla pandemia.
di: Maria Lucia PANUCCI
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