
La perdita è di 2,28 miliardi. Confermato per il 2021 l’utile fra 3-3,5 miliardi
UniCredit ha chiuso il secondo trimestre del 2020 con un utile netto di 420 milioni, in calo del 77,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 ma al di sopra dei 347 milioni attesi. L’utile netto “sottostante” si è attestato a 500 milioni (da un miliardo un anno prima). Quindi nel primo semestre la perdita è pari così a 2,3 miliardi, dopo il rosso da 2,7 miliardi del primo trimestre.
Il margine di intermediazione scende del 7,7% a 4,2 miliardi con margine di interesse in calo del 4,5% a 2,4 miliardi. In riduzione dello 0,2% a 2,4 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income salito al 58,6%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded è cresciuto di 41 punti base rispetto a marzo al 13,85%, con un buffer di 481 punti base rispetto ai requisiti regolamentari (il target della società è di averlo tra 200 e 250 punti base).
«Abbiamo visto i primi segnali di ripresa commerciale alla fine del secondo trimestre, quando le economie hanno iniziato a riaprire nella maggior parte dei nostri mercati core», sottolinea il ceo, Jean Pierre Mustier nella nota sulla semestrale.
Il gruppo conferma la guidance al 2021 con un utile netto sottostante per il prossimo anno confermato a 3-3,5 miliardi di euro e RoTE sottostante tra il 6 e 7%. Inoltre la banca indica una buona posizione per rafforzare la base clienti e fornire un supporto continuo agli stakeholder.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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