
Procrastinare mette a repentaglio tutti i posti di lavoro. Quando sarà revocato scoppierà una bomba sociale senza precedenti
Non si tratta di fanatiche teorie neo-liberiste o di capitalismo sfrenato alla Gordon Gekko. Si parla di costituzione, di libera impresa in uno Stato libero e di un governo che, prolungando l’emergenza sanitaria ad libitum, si sta conferendo poteri anti-democratici e sta sancendo la morte di migliaia di imprese italiane e la fine del concetto stesso di imprenditoria.
Mi riferisco, ovviamente, alla proroga fino a fine anno del divieto di licenziamento causa covid. La limitazione, protratta già ben oltre crisi, fino al 17 Agosto, è stata estesa fino al 31/12, e la sensazione nefasta è che non se ne veda la fine.
Forse in quella valigetta diplomatica, indirizzata ai 5 Stelle dal regime venezuelano, non erano contenuti solo dollaroni ma anche un “Bignami” su come istituire una dittatura… Perché ciò che sta mettendo in atto il governo Conte è a tutti gli effetti incostituzionale. L’articolo 41 ci ricorda che “l’iniziativa privata è libera”. Semplice, lapidario. Ma quando entrano in gioco la malafede e l’atavico odio della sinistra verso gli imprenditori, travisare anche quelle righe espressione di saggezza, diventa un gioco da ragazzi.
Ne è un esempio l’esproprio proletario nei confronti di Autostrade per l’Italia. Quell’azienda doveva vedersi revocata la concessione, e poteva anche legittimamente essere sostituita da un nuovo soggetto pubblico, ma, certamente, non andava espropriata, perché si crea un precedente a dir poco inquietante: se allo Stato non va bene la mia condotta imprenditoriale, mi sottrae l’azienda, baracca e burattini e mi lascia in mutande. Questa volta siamo tutti d’accordo sulla negligenza dei Benetton, ma chi è che decide quale sia il confine? Il politico infoiato di gloria popolare di turno?
Il superamento dell’articolo 18, sebbene realizzato in maniera sommaria da Renzi, ha reso il mercato del lavoro italiano più agile, e comunque non privo di tutele, e le aziende libere dallo scacco di mantenere lavoratori fannulloni. Torniamo indietro e continuiamo a colpi di cig? La captatio benevolentiae dei giallorosa verso la classe operaia (il cui consenso ha perso da tempo) sta diventando un pericolo. Quando, e SE, finirà questo limbo, ci ritroveremo con un’orda di zombie che perderanno un lavoro che hanno già perso e il paese perderà, forse anche prima, migliaia di imprese esauste. Sarà una bomba sociale senza precedenti, che detonerà tutta insieme.
Ripristinate al più presto il pulsante “democrazia”! Date agli imprenditori la possibilità di ricollocare questi lavoratori, perché il mercato è cambiato già adesso, senza possibilità di ritorno. Procrastinare mette a repentaglio tutti i posti di lavoro, anche se capisco che gonfiare i dati di occupazione sia una bella propaganda elettorale, sulla pelle degli italiani.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 7 Agosto 2020