Il presidente degli industriali lancia l’allarme: “Sono giorni decisivi, bisogna intervenire subito o perderemo un milione di posti di lavoro”
«Quelli che l’Italia sta vivendo sono giorni decisivi: o tra Governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un grande patto oppure entriamo in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più». Carlo Bonomi torna all’attacco nei confronti dell’Esecutivo, non le manda di certo a dire e lancia un preciso avvertimento in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa.
Il presidente di Confindustria ha ammesso di aver sperato in “un agosto completamente diverso“, invece secondo lui “è rimasto tutto fermo, a partire dal piano per le riforme Ue, ai progetti sanitari per attivare il prestito del Mes”. «Primo, il Governo ha varato le misure anti-crisi ma mancano oltre 400 decreti attuativi: tutto fermo – ha spiegato senza mezzi termini. – Secondo, ci avevano detto che ad agosto avrebbero lavorato alla stesura del piano di riforme da presentare alla Ue per ottenere i contributi del Recovery Fund: tutto fermo. Terzo, si profila di nuovo un’emergenza sanitaria e anche su quel fronte ci avevano detto che avrebbero presentato progetti per attivare i prestiti del Mes: tutto fermo. Quarto: il 14 settembre dovrebbero ricominciare le scuole, ma ancora non si è capito se e come riapriranno: tutto fermo. Da settimane siamo inchiodati a discutere sui banchi a rotelle, non riusciamo neanche a sapere quali sono le 11 imprese che li starebbero fabbricando, siamo al paradosso che c’è una sorta di segreto di stato su una gara pubblica».
Purtroppo in Italia l’emergenza Coronavirus continua a preoccupare, soprattutto dopo l’aumento dei contagi negli ultimi giorni in molte Regioni, ed inevitabilmente rimane in prima linea la crisi economica dovuta alla pandemia. «Rischiamo una crisi irreversibile e un milione di posti di lavoro temo che andranno persi. Bisogna intervenire subito. C’è qualche segnale di risveglio – continua Bonomi alla Stampa – ma se guardiamo al tendenziale siamo a un meno 10 per cento sull’anno scorso. E in ogni caso quel lieve segnale positivo di cui stiamo parlando è concentrato solo sulla manifattura. Un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero purtroppo molto credibile. E ora vedo che anche Banca d’Italia e Istat si stanno avvicinando alla nostra previsione».
Quello che preoccupa di più il leader degli industriali è la mancanza di progettualità da parte dei politici. «Il Governo non ha una visione sul dopo – aggiunge – la riorganizzazione delle filiere del valore non c’è stata, il mercato è pietrificato. Il rischio di un’emorragia è serio. È proprio la fiducia che manca, e la prova è nel boom dei depositi bancari: la gente non si fida, per questo non muove i soldi dal conto corrente. Se vuoi lanciare un’operazione fiducia lo devi fare con chiarezza e trasparenza. Qui mancano sia l’una sia l’altra».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AFFARI ITALIANI
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