
La dimostrazione? L’Ema, agenzia europea che autorizza la vendita delle medicine, è finanziata all’84% da Big Pharma
«Di uno stesso principio attivo, esistono sul mercato decine di prodotti farmaceutici, che di diverso hanno solo l’etichetta. Tutto questo non serve per curare i malati, bensì per gonfiare i profitti delle aziende farmaceutiche». A sostenerlo è il professor Silvio Garattini, 90 anni, fondatore dell’Istituto Mario Negri che cita ad esempio la ricerca scientifica pubblicata dal British Medical Journal che ha appurato che il 65% dei farmaci oncologici, solitamente tra i più costosi, non sono stati introdotti a beneficio dei malati, bensì per gonfiare i bilanci di Big Pharma.
Ma chi controlla questo mercato? In Italia, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha il compito di stabilire il prezzo delle medicine che le aziende farmaceutiche vendono al Servizio sanitario nazionale. Un prezzo segreto per una clausola imposta proprio da Big Pharma agli Stati europei, così da rendere impossibile l’unificazione del prezzo dello stesso medicinale perfino nei Paesi con la stessa moneta.
Al di sopra dell’Aifa c’è l’Ema, l’Agenzia europea per le medicine che ha il grande potere di autorizzare o vietare l’immissione sul mercato europeo di ogni singolo farmaco. Un potere però apparente. Il budget 2020 dell’Ema, su un totale di 358 milioni di euro, è coperto per 307 milioni (84%) da contributi delle case farmaceutiche e appena per 51 milioni da fondi dell’Unione europea. Di fatto questo vuol dire che è Big Pharma a controllare l’Ema e ad influenzarne ogni singola decisione sui farmaci da immettere sul mercato europeo.
E’ un dato di fatto che fino ad oggi Big Pharma è contata più degli Stati sovrani e della stessa Ue, così come i suoi profitti contano più della tutela della salute dei cittadini europei. Un problema politico, oltre che etico, reso ancora più evidente a causa del Covid 19.
di: Maria Lucia PANUCCI
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