
Obiettivi: semplificare le politiche per la tutela e il reinserimento sul fronte del lavoro, ma anche prevedere un legame tra i bonus e le situazioni economiche dei beneficiari
Semplificare le politiche per la tutela e il reinserimento sul fronte del lavoro, ma anche prevedere un legame tra i bonus e le situazioni economiche dei beneficiari, dopo questa prima fase di aiuti. E’ quanto suggerisce la Corte dei Conti nella memoria scritta depositata in Senato sul dl Agosto. «Sono necessari interventi volti a preservare la capacità produttiva del sistema economico e le sue potenzialità di crescita e a garantire l’occupazione senza gravare sui conti delle imprese, attraverso gli strumenti della CIGO e Cassa in deroga e gli altri istituti», si legge nella nota.
Per la magistratura contabile, in un contesto di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attraversando, la politica di bilancio è chiamata a giocare un ruolo indispensabile. «Il decreto 104/2020, oggi all’esame del Parlamento – sottolinea la Corte dei Conti – si pone in continuità con quelli varati nei mesi scorsi, concentrando gli interventi sui comparti più interessati dalla crisi e sulle misure a favore dei lavoratori, attraverso gli strumenti della cassa integrazione e confermando, per quanto riguarda la liquidità delle imprese, le misure basate sulla proroga dei versamenti tributari e contributivi». In questo scenario bisogna riconsiderare le politiche passive per il lavoro, “in un quadro che tenga conto delle molteplici esigenze emerse: tra esse, una maggiore semplificazione e una più chiara separazione della funzione assicurativa generale da quella connessa alla gestione dei processi di crisi strutturale e delle correlate esigenze di ricollocazione dei lavoratori“. Se, infatti, la scelta iniziale di procedere ad erogazioni di indennità diffuse e basate su criteri non eccessivamente discriminanti, è stata positiva, per i giudici di viale Mazzini, “si pone ora la necessità di collegare le stesse alle condizioni economiche complessive dei percipienti“.
Sul fronte degli interventi sulla coesione territoriale la Corte afferma che “va attentamente vagliata la scelta di utilizzare una parte relativamente cospicua di risorse per fiscalizzare gli oneri sociali per le imprese del Sud” in quanto, “oltre a mancare al momento un bilancio complessivo degli effetti prodotti dalle politiche di decontribuzione per i lavoratori giovani assunti a tempo indeterminato introdotte negli ultimi anni, vi è da chiedersi se il contesto postpandemia (possibilità di processi di re-shoring, spinta al riposizionamento di paesi e regioni nelle catene globali del valore, ecc.) non induca ad affrontare il tema della competitività del Mezzogiorno in una logica diversa dalla riduzione del costo del lavoro“.
A partire dal Cura Italia, secondo i dati contenuti nella Memoria della Corte, complessivamente, con i principali provvedimenti di incentivo che si sono accumulati, sono stati erogati oltre 11 miliardi, di cui circa il 40% costituito da esenzioni temporanee di imposta e il resto diviso in una miriade di piccoli interventi, spesso rimodulati più volte nei decreti che si sono succeduti, ma di limitato impatto nel medio periodo.
di: Maria Lucia PANUCCI
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