
L’Ue accelera ed annuncia le prime dosi a novembre. Partiti i test Sanofi-Gsk
76 Paesi ricchi hanno deciso di aderire a Covax, l’iniziativa guidata dall’Organizzazione mondiale della sanità che ha l’obiettivo finale di acquistare da diverse case farmaceutiche due miliardi di dosi di potenziali vaccini per combattere il virus. «Abbiamo al momento 76 Paesi a reddito medio-alto che hanno presentato conferme di voler partecipare. Questa è una buona notizia, vuol dire che piace. Ci aspettiamo che il numero salga», ha detto a Reuters Seth Berkley, ad di Covax.
Si tratta di uno strumento pensato per scoraggiare i Governi singoli a fare scorta di vaccini anti-Covid e per sollecitarli a pensare prima di tutto alle categorie più fragili della popolazione. Saranno proprio i Paesi ad alto reddito aderenti al Covax che finanzieranno il progetto ed aiuteranno altri 92 più svantaggiati attraverso donazioni volontarie, in modo che la distribuzione delle dosi avvenga equamente.
I coordinatori di Covax sono in trattative con la Cina per l’adesione mentre ha già detto di no l’America per le dispute di Trump con l’Oms.
Dal canto suo la Commissione europea accelera sul vaccino anti-Covid, con le prime disponibilità per i Paesi membri attese per novembre. Il primo che verrà somministrato sarà quello noto come Oxford, su cui la Commissione ha firmato un contratto che consente di comprare 300 milioni di dosi con l’opzione di altre 100.
Intanto Sanofi e GSK hanno avviato la sperimentazione clinica di fase 1/2 per il loro vaccino. Sono stati coinvolti un totale di 440 adulti sani in 11 siti di sperimentazione negli Stati Uniti. L’obiettivo annunciato dalle aziende è quello di produrre fino a un miliardo di dosi nel 2021. In prima linea ci sarà lo stabilimento di Anagni, che sarà il primo in Europa ad avviare la produzione del vaccino. Le aziende sono impegnate nel fornire i primi risultati già all’inizio di dicembre 2020, per un contestuale avvio di sperimentazione di fase 3.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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