
Un genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici. Molti ragazzi hanno cambiato il proprio indirizzo per risparmiare
Incertezza e preoccupazione sono i sentimenti con cui genitori e bambini affrontano la riapertura della scuola dopo il lungo lockdown che li ha tenuti lontani dalle aule a causa della pandemia di Covid-19. Lo sottolinea Save the Children che rende pubblica l’indagine inedita realizzata da IPSOS tra il 4 e il 18 agosto contenuta nel rapporto La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico.
Ebbene, per quanto riguarda la ripresa della didattica, al momento dell’indagine, il 66% dei genitori era a conoscenza della data di riapertura delle scuole, ma quasi 7 su 10 non avevano ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle scuole dei propri figli sulle modalità organizzative e sulle norme comportamentali da assumere. Solo un genitore su quattro sapeva già se la classe del proprio figlio sarebbe stata divisa in gruppi.
In generale, guardando al nuovo anno, 7 genitori su 10 dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola: la principale è data dall’incertezza circa le modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con i propri impegni lavorativi (37%).
La preoccupazione per le condizioni economiche peggiorate negli ultimi mesi, si riflette anche sul rientro a scuola: un genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, 7 su 10, fra coloro che usufruiscono del servizio mensa, si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid, mentre due su 10 pensano di non poter sostenere più questa spesa il prossimo anno. I primi effetti di questa situazione si fanno sentire sulle scelte dei ragazzi sul proprio corso di studi: l’8% dei genitori intervistati dichiara che il proprio figlio pensava di iscriversi al liceo ma, a causa delle difficoltà economiche che sta attraversando la famiglia, ha scelto una scuola professionale.
«La scuola è il luogo dove si combatte, in prima linea, la battaglia contro la povertà educativa – spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. – L’obiettivo oggi da porsi non è tornare alla condizione pre-crisi, ma compiere un deciso passo in avanti sul diritto all’educazione di qualità per tutti, superando le gravi diseguaglianze che si sono consolidate in questi anni. Servono scuole sicure, aperte tutto il giorno, accoglienti verso chi affronta maggiori difficoltà e in grado di far fronte alle crisi presenti e future».
di: Maria Lucia PANUCCI
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