
Confcommercio incalza: “Il Governo usi al meglio questa occasione”
Questa mattina il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) ha approvato le linee guida del Recovery plan, il piano di rilancio che il Governo Conte dovrà presentare alla Commissione europea informalmente entro il prossimo 15 ottobre per accedere ai quei 209 miliardi di risorse, tra prestiti e sussidi a fondo perduto, messe a disposizione dall’Europa per la ripresa economica del Paese dopo la crisi innescata dal Covid-19.
Soddisfatto il premier che domani aprirà la partita con la sua maggioranza, incontrando i capi delegazione alle ore 10 a palazzo Chigi. «Siamo determinati e concentrati per offrire uno scatto di ripresa al Paese – ha spiegato. – Non un solo euro del Recovery Fund sarà sprecato, non possiamo permettercelo». Ed ancora: «Noi confidiamo di presentarlo subito, nella prima data utile a gennaio. Poi la Commissione ha 8 settimane per valutarlo e l’Ecofin ulteriori quattro settimane per l’approvazione definitiva».
Digitalizzazione, transizione green, infrastrutture, istruzione e formazione, inclusione sociale e salute. Sono queste le sei macro-aree su cui l’Italia punterà per la ripresa.
Su questo piano punta molto Confcommercio per la ripresa dei vari settori produttivi. «Dopo la pandemia l’Italia non può tornare alle deludenti dinamiche del passato: solo una nuova stagione di crescita intensa e duratura – ha detto Enrico Postacchini, in rappresentanza di Confcommercio, nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive, commercio e turismo alla Camera dei Deputati. – può affrancarci dal declino e solo la crescita può generare, senza traumi e pericoli per la coesione sociale, le risorse necessarie a rimettere su un sentiero decrescente il rapporto tra debito pubblico e prodotto, un’eredità che nessuno di noi vorrebbe ricevere e che nessuno di noi vorrà trasmettere. Quella del Recovery Fund e degli accordi europei sul sostegno alle economie più colpite dalla pandemia rappresentano un’occasione di benefica discontinuità rispetto al passato. Sarebbe gravissimo sprecare quest’occasione. Le prossime generazioni non ce lo perdonerebbero».
Il calendario stabilito dall’Europa per tutti i 27 stati membri prevede un iter piuttosto lungo che verosimilmente non permetterà all’Italia di ricevere le risorse prima della prossima primavera. I passi successivi saranno la presentazione dei numeri con la distribuzione dei fondi nei diversi settori, dettagliati nella Nota di aggiornamento al Def che il Governo deve presentare alle Camere entro il 27 settembre. Poi sarà la volta della definizione puntuale del Recovery Plan con la scadenza fissata appunto al 15 ottobre. La stesura definitiva del Recovery Plan sarà pronta solo a gennaio. Anche perché solo allora potrebbe finire il lavoro sui regolamenti comunitari, indispensabili, insieme alle ratifiche parlamentari, per accendere davvero la macchina degli aiuti. A quel punto potrà iniziare l’esame dei piani nazionali alla Commissione e al Consiglio Ue.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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