
Downing Street respinge l’ultimatum di Bruxelles di rinunciare al progetto di legge che mina il diritto internazionale. Ma l’obiettivo rimane comunque quello di trovare un accordo entro metà ottobre
Continua lo scontro tra Londra e l’Unione europea. Bruxelles ha chiesto al governo di Boris Johnson di rinunciare all’Internal Market Bill che mina alcuni passaggi chiave dell’accordo sulla Brexit già sottoscritto l’anno scorso. L’Ue ha minacciato ritorsioni legali contro Londra se il premier britannico non ritirerà, entro fine settembre, la proposta di legge considerata da Bruxelles una violazione del diritto internazionale.
Nodo centrale rimane la questione del confine irlandese. «Il protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord – sottolinea la Commissione Ue – è una parte essenziale dell’accordo di recesso. Il suo scopo è proteggere la pace e la stabilità nell’isola d’Irlanda ed è stato il risultato di negoziati lunghi, dettagliati e difficili tra l’Ue e il Regno Unito».
Il problema è che Downing Street non ne vuole proprio sapere ed ha già respinto al mittente l’ultimatum di Bruxelles, annunciando anche che il disegno di legge sarà discusso lunedì in Parlamento.
Ed ora cosa accadrà? Nonostante rimangano ancora divergenze significative, il capo-negoziatore per la Brexit dell’Unione europea, Michel Barnier, ha fatto sapere che l’Ue resta determinata a trovare un accordo. Anche Londra sembra orientata verso questa direzione. «Rimaniamo impegnati a lavorare sodo per raggiungere un accordo per metà ottobre», ha affermato il capo-negoziatore britannico, David Frost.
Sta di fatto che, al di là delle parole, i comportamenti lasciano presagire tutt’altro. Ed anzi proprio l’Internal Market Bill potrebbe mandare all’aria quattro anno di colloqui sulla Brexit.
di: Maria Lucia PANUCCI
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