
I cali più consistenti riguardano il Sud e gli under 35
E’ drammatica la situazione sul fronte del mercato del lavoro. Nel secondo trimestre crollano gli occupati di 470.000 unità rispetto al primo trimestre e di 841.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2019. Lo rileva l’Istat sottolineando che il tasso di disoccupazione è sceso nel secondo trimestre all’8,3% con un calo di 0,9 punti rispetto al primo trimestre e di due punti rispetto al secondo trimestre 2019.
Questi crolli sono dovuti all’emergenza sanitaria e riguardano soprattutto i lavoratori a termine e gli indipendenti. Rispetto al secondo trimestre 2019 i primi sono infatti diminuiti di 677.000 unità (-21,6%) mentre gli indipendenti hanno perso 219.000 unità (-4,1%) a fronte di un -3,6% dell’occupazione complessiva. «Malgrado gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti abbiano permesso di sostenere l’occupazione, la sospensione delle attività – ha sottolineato l’Istat – ha fortemente pregiudicato l’avvio di nuovi rapporti di lavoro, in particolare di quelli a termine e delle loro possibili proroghe o trasformazioni in contratti a tempo indeterminato».
La flessione dell’occupazione è stato più accentuata nel Mezzogiorno (-5,3%) rispetto al Nord (-3,0%) e al Centro (-2,9%). A sfavore delle Regioni meridionali incide il maggior peso dei dipendenti a termine (13,9% rispetto a 9,7% nel Centro-nord) e la minore presenza dell’industria, comparto che ha mostrato una maggiore tenuta occupazionale. Ma la cosa forse peggiore è che metà degli occupati persi sono giovani under 35.
Crescono anche gli scoraggiati: il numero di persone in cerca di occupazione si riduce di 647 mila in un anno (-25,4%). Più marcato anche l’aumento degli inattivi di 15-64 anni che sono un milione 310 mila in più in un anno (+10%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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