
La crescita dei loro ricavi ha superato di oltre 200 punti base quella delle imprese non familiari, per aziende sia piccole che grandi
«Quest’azienda è una grande famiglia». Quante volte me lo sono sentito ripetere nel corso delle innumerevoli interviste televisive che ho potuto fare negli anni a imprenditori e manager. Nelle oltre duemila testimonianze che ho portato in TV, il punto di forza messo in evidenza dalla maggior parte di questi protagonisti è stata «la famiglia».Un rapporto parentale che spesso viene esteso, quasi per osmosi, anche a collaboratori e dipendenti, che diventano nel tempo membri acquisiti, praticamente “adottati”.
Non mi stupisce, quindi, apprendere da un’analisi formale, che le imprese a conduzione familiare siano risultate le più resistenti, anche nell’affrontare la pandemia. Anzi, bisognerebbe usare un termine tanto di moda (e quindi, per reazione, tanto antipatico) quanto corretto: resilienti. Ah, la resilienza, come piace ai politici questa parola ultimamente, sarà che per sopportarli ne dobbiamo avere tanta! Il rapporto l’ha svolto Credit Suisse, nel suo “Family 1000: Post the Pandemic”, in cui ha messo insieme i dati di oltre 1000 imprese familiari, confrontati con altrettante “non”, e il risultato è stato lampante: dal 2006 questo universo ha nel complesso sovraperformato per una media annua di 370 punti base. Questa migliore prestazione è stata più marcata in Europa e Asia, rispettivamente con 470 punti base e oltre 500 punti base all’anno. “Quest’anno la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sui rendimenti e sulla volatilità del mercato azionario. Le imprese familiari tendono ad avere caratteristiche difensive sopra la media che consentono una buona tenuta, soprattutto in periodi di stress di mercato”.
L’analisi suggerisce che la crescita dei ricavi generati dalle imprese familiari ha superato di oltre 200 punti base quella delle imprese non familiari, per aziende sia piccole che grandi. Al tempo stesso, lo studio indica inoltre che queste tendono a essere più redditizie. Nonostante l’impatto sulla crescita degli utili di quest’anno, le imprese familiari intervistate sembrano considerare il COVID-19 leggermente meno preoccupante per le prospettive future dell’azienda rispetto alle imprese non familiari. Le aziende di famiglia hanno inoltre fatto minore ricorso ai congedi per il personale rispetto a quelle non familiari (46% contro 55%).
Il modello-famiglia, quindi, si conferma un modello vincente, e non a caso noi italiani siamo ancora leader in questo tipo di approccio agli affari, che non è privo, chiaramente, di limiti e difetti, soprattutto quando si tratta di linee di successione o decisioni volte a migliorare l’innovazione. Ciò che la società moderna e la cultura dominante vorrebbero distruggere è ancora, alla prova dei fatti, oggi e sempre, lo scudo più forte, l’ultimo baluardo contro ogni crisi.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 10 Settembre 2020