
Primo scoglio superato alla Camera dei Comuni britannica con 340 sì e 263 no
Si fanno sempre più tesi i rapporti tra Londra e l’Unione europea. L’ultimo controverso disegno di legge di Johnson, che ha infiammato Bruxelles, ha passato il primo test in Parlamento. Ebbene sì, l’Internal Market Bill ha avuto il suo primo sì alla Camera dei Comuni britannica. La seconda lettura del provvedimento è passata con 340 sì e 263 no, anche se con una maggioranza azzoppata da varie astensioni che lascia intuire una partita forse ancora aperta nelle prossime tappe dell’iter.
Certo è che il premier inglese può ritenersi soddisfatto dato che vuole a tutti i costi che diventi legge effettiva, nonostante i vari solleciti a lasciar perdere dall’Unione europea. Per Downing Street si tratta di una legislazione fondamentale per proteggere l’integrità del mercato interno britannico tra Inghilterra e le altre nazioni del Regno, soprattutto l’Irlanda del Nord. Per l’Europa, invece, è una scandalosa provocazione e una violazione dei trattati internazionali: l’Internal Market Bill difatti non rispetta l’accordo di divorzio Brexit, firmato lo scorso ottobre dall’Ue e dallo stesso Johnson, perché prevede decisioni unilaterali sui controlli delle merci che dalla Gran Bretagna arrivano in Irlanda del Nord. L’Ue ha già minacciato le vie legali e ha intimato al governo britannico di ritirare il disegno di legge entro la fine del mese (leggi qui).
Ma Johnson non ha voluto saperne ed anzi, in un Parlamento distanziato e svuotato, almeno fisicamente, dal Coronavirus: ha ribadito le sue ragioni: «Questa legge – ha detto – è necessaria per preservare l’integrità del Regno Unito e l’Europa si è comportata in cattiva fede, ci vuole mettere la pistola alla tempia! L’Europa non capisce che si tratta di un testo che mira a garantire l’integrità politica ed economica del Regno Unito, da cui tanti posti di lavoro e tante vite dipendono».
Il premier sta seriamente giocando con il fuoco ed anche se dice che vuole a tutti i costi raggiungere un accordo sulla Brexit con l’Ue, in realtà sembra sempre più probabile che si arrivi ad un no deal che comporterebbe molti problemi per Londra. La seconda ondata del Coronavirus incombe, l’economia britannica è quella che ha sofferto di più la prima crisi del Covid tra i Paesi industrializzati e uscire pericolosamente senza un accordo in una congiuntura economica così sfavorevole potrebbe essere devastante per il Regno Unito.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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