
Le nuove tecnologie destinate a collaborare con l’uomo in tutti i settori lavorativi
I mesi di lockdown lo hanno dimostrato: una delle sfide più importanti per l’immediato futuro è quella di rendere le nuove tecnologie in grado di collaborare con l’uomo. Non solo per rendere più efficienti le sue prestazioni ma anche per ridurre i rischi che derivano dalle attività pesanti o, nel nostro caso più recente, dal contatto diretto con le persone.
Se in un primo momento le grandi rivoluzioni tecnologiche hanno fatto pensare a un futuro precario per gli esseri umani, destinati a competere con i robot per il lavoro, la recente emergenza sanitaria ha dimostrato che dall’incontro tra uomo e macchina può avvenire qualcosa di molto buono.
Gli androidi concepiti per affiancare e interagire con l’uomo sul posto di lavoro in totale sicurezza si chiamano Cobot. Sono robot dotati di sensori che permettono di calibrare la pressione degli arti meccanici ed evitare contatti e collisioni. Il crescente interesse verso questo ambito della robotica fa prevedere agli analisti di BIS Research un boom di richieste che potrebbe portare a un incremento del mercato di 9,3 miliardi nel 2024.
D’altronde i robot sono già entrati negli ospedali come ausilio per gli infermieri e in sala operatoria per affiancare i chirurghi. Recentemente sta prendendo piede l’utilizzo delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale per i recruitment nell’ambito delle risorse umane. Textio per esempio è un software in grado di lavorare alla stesura delle job description con gli autori. Più datato ma comunque significativo è l’utilizzo degli esoscheletri studiati per rendere il lavoratore più forte e resistente: già nel 2004 Homayoon Kazerooni, professore di ingegneria a Berkeley, creava Bleex (Berkeley Lower Extremity Exoskeleton), un paio di stivali da combattimento modificati e trasformati in pantaloni collegati a una speciale colonna vertebrale che possono aiutare l’operaio a trasportare carichi molto pesanti senza avvertire fatica. La difficoltà più grande in questo campo riguarda le aziende alle quali è richiesto un notevole investimento per aggiornarsi e dotarsi di queste strumentazioni.
Una cosa è sicura: l’uomo dovrà abituarsi a interagire con le macchine in tutti gli ambiti, non solo nelle smart factory. Robot e intelligenze artificiali hanno ormai il potenziale per scardinare qualsiasi professione ed è certo che lo faranno.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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