Tridico e gli altri che guadagnano tanto e non fanno abbastanza
Vorrei tanto, sebbene tardivamente, unirmi al coro degli scandalizzati per la questione dell’aumento di stipendio del presidente dell’INPS Tridico, con un laconico ma martellante “VERGOGNA”!
Tardivamente, sì, ma d’altronde questa mia rubrichetta esce una volta a settimana e quando l’avvenimento da commentare accade di Venerdì o nel fine settimana, rimango fregato. E sì, vorrei omologarmi alla vox populi, per ottenere un maggiore e forse plebiscitario plauso di consenso, soprattutto ai tempi dei social, quando queste righe finiscono in pasto ad avidi lettori digitali, che non leggono davvero e che più che digitali sono spesso virtuali.
Ma nelle ultime settimane mi sto tenendo alla larga dal mondo social, se non per pubblicare qualche foto con la mia nuova cagnolina Gilda ed evitando scrupolosamente di perdermi in opinioni che posso seminare meglio e con più serietà su questo prestigioso giornale (il solo che ormai leggo da lettore, mentre gli altri li scorro solo per la rassegna stampa).
Inoltre, e questo non ultimamente, ma da mo come si suol dire, non faccio parte della curva dei tifosi anti-mega-guadagni: non mi interessa se i vari Fabio Fazio, Cristiano Ronaldo, Chiara Ferragni ottengono elevati emolumenti dal loro lavoro, poiché semplicemente ritengo che, giusto o ingiusto, etico o immorale, se li guadagnino e facciano guadagnare altrettanto, anzi di più, alla loro azienda. Capirete, quindi, che in tal senso non fa differenza Tridico, che riveste una carica complessa, per la quale i suoi omologhi europei percepiscono anche di più.
È coerente con la filosofia grillina, poi, sebbene ancora da verificare, la scelta di agire nottetempo per alzarsi la paga: antipatico come gesto poiché realizzato forse in autonomia e sordido perché poteva essere dignitosamente spiegato anche senza imbarazzo.
Non vedo nessuna colpa in chi guadagna tanto, o addirittura si arricchisce, soprattutto se ricopre un ruolo di estrema responsabilità: non dimentichiamo i grassi bonifici che ricevono i manager delle società pubbliche, non sempre meritati, vertici indicati divinamente dalle maggioranze di turno. Ben venga se anche loro sono faraoni! Ma pretendo che quelle palanche siano guadagnate! Anzi, voglio che guadagni anche di più, il caro presidente dell’INPS, e con lui tutti i nostri rappresentanti politici e istituzionali. Esigo tassarmi il doppio per erogare uno stipendio e dei benefit ancora più elevati a chi occupa gli scranni dei palazzi romani, perché altrettanto perentoriamente voglio degli amministratori della cosa pubblica che rasentino nuove vette di eccellenza: dateci le CIG, dateci l’Italia che meritiamo e vi faremo nuotare nelle monete d’oro come Paperon de Paperoni.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità del 1 Ottobre 2020