
In Italia ora sono 40, quattro in più rispetto al 2020. Ma è la zona Asia-Pacifico ad averne di più
Con il Covid i più ricchi sono sempre più ricchi. Ebbene sì, se da una parte milioni di persone a causa della pandemia hanno perso il lavoro, faticano ad arrivare a fine mese, con il numeri dei poveri che è aumentato a livello globale (guarda qui), c’è chi invece è riuscito a fare tesoro di questo triste periodo e a gonfiare il suo patrimonio.
Secondo un rapporto della banca svizzera Ubs, di cui riferisce il Guardian. le ricchezze complessive dei già miliardari sono salite a 10.200 miliardi di dollari, (circa 8.677 miliardi di euro), con un aumento del 27,5% tra aprile e luglio 2020, al culmine dell’emergenza Coronavirus. E tutto questo grazie alla capacità di sfruttare le turbolenze dei mercati. «Hanno fatto buoni affari durante la crisi causata dal Covid-19 – ha commentato il capo del dipartimento Ubs di wealth management, Josef Stadler – perché non solo hanno cavalcato la tempesta al ribasso, ma hanno anche guadagnato con il rimbalzo dei mercati azionari. Il loro segreto, una maggiore propensione al rischio che li ha portati ad acquistare azioni mentre i mercati mondiali affondavano e a rivenderle al rialzo compensando rapidamente le perdite».
La pandemia ha permesso quindi ai paperoni di diventare ancora più ricchi (a fine 2017 il loro patrimonio globale era di 8.900 miliardi di dollari, circa 7.572 miliardi di euro), ma ha aggiunto alla lista altri nomi. I miliardari italiani sono ora diventati 40, registrando quattro new entries rispetto a luglio 2019, quando erano 36, di cui due terzi uomini. Quello messo meglio in classifica è Giovanni Ferrero (54 anni), a capo dell’impero della Nutella ma il più noto è senza dubbio Silvio Berlusconi. Poi, a scorrere la lista dei cognomi saltano fuori Leonardo Del Vecchio (Luxottica), Giorgio Armani, De Longhi, Prada, Caltagirone, Benetton, Bulgari e Della Valle.
Nonostante questo incremento rimane la Cina il Paese con la maggior crescita della ricchezza dei miliardari con un +1.146% tra il 2009 e il 2020, a fronte del +170% degli Stati Uniti, il +175% della Germania e il +168% del Regno Unito. Fanno ancora meglio Francia (+439%), Hong Kong (+208%) e Canada (+238%).
I miliardari sono più paperoni ma sono anche sempre più filantropi. Lo scoppio della pandemia ha infatti spinto molti di loro a impiegare 7.2 miliardi di dollari (tra marzo e giugno) per la lotta contro il Coronavirus: 175 hanno donato 5,5 miliardi di dollari a fondazioni, ospedali o altre organizzazioni, 24 hanno convertito le loro attività alla produzione di dispositivi di protezione individuale o ventilatori polmonari investendo 1,4 miliardi e 10 hanno avviato specifiche iniziative come la realizzazione di impianti per la produzione di vaccini.
di: Maria Lucia PANUCCI
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