
Gualtieri: “Sono fiducioso, ma serve il massimo livello di coesione”
Secondo il Centro studi di Confindustria il numero degli occupati in Italia registrerà un -1,8% nella media del 2020. Si tratta di 410 mila persone con un impiego in meno. «Un’emorragia che non si arresterà nel 2021 – avvertono gli esperti – quando con un recupero incompleto del Pil la risalita della domanda di lavoro risulterà smorzata e il numero degli occupati si aggiusterà verso il basso».
L’Italia deve affrontare un difficile recupero dopo il crollo causato dalla pandemia che ha comportato una diminuzione del Prodotto Interno Lordo del 10%. Secondo Confindustria il recupero ci sarà, ma parziale: 4,8% nel 2021.
Nelle stime non sono compresi gli effetti delle manovre del Governo non ancora messe in atto e soprattutto le risorse dell’Unione Europea come il Mes e il Recovery Fund. «Per l’Italia l’utilizzo degli strumenti europei costituisce un bivio cruciale – avverte Confidustria – se si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarle l’effetto, portando avanti riforme troppo a lungo rimaste ferme, allora si sarà imboccata la strada giusta. Altrimenti l’Italia rimarrà un paese in declino, che non sarà in grado di ripagare il suo enorme debito pubblico».
Il rapporto debito pubblico/Pil infatti quest’anno toccherà il 158,7% e scenderà al 156,5% nel 2021, in netto peggioramento rispetto al 134,6% del 2019.
Secondo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri le stime di Confindustria sono condivisibili e vicine a quelle del Governo. «Con la Nadef delineiamo un percorso per la prima volta credibile e sostenibile di riduzione del debito – aggiunge – sono fiducioso che si possa uscire da questa crisi più forti di prima, ma serve il massimo livello di coesione, dialogo e ascolto».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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