
Bisogna entrare nella cultura dei ragazzi e usare il loro linguaggio per ottenere dei risultati
L’app di contact tracing italiana Immuni ha registrato nell’ultima settimana un boom di 1,4 milioni di download. Il 15% della popolazione ha scaricato nel proprio smartphone l’applicazione a seguito della nuova impennata di contagi, circa 8,14 milioni italiani di età maggiore ai 14 anni.
L’auspicio è che Immuni possa diventare sempre più virale tra i giovani: lo strumento garantisce il totale anonimato ed è un grosso alleato nel contenimento dei contagi e nella prevenzione contro il Covid-19.
«Perché Immuni funzioni anche con i più giovani a diffonderlo dovrebbero essere gli influencer digitali – spiega Alessandro Mantelli, Cto Soluzioni Innovative di Almaviva – è vero che i ragazzi sono nativi digitali, ragionano però sulla tecnologia con meccanismi un po’ differenti da quelli degli adulti: le app che scaricano hanno una concezione tecnica diversa da Immuni».
I giovani sono abituati a usare i social media, applicazioni ispirate alla gamification, che permettono grandi interazioni. Perché una contact tracing possa diventare virale c’è bisogno di entrare nella cultura e nel linguaggio dei ragazzi e per farlo le strade sono solo due: la scuola, luogo ideale per spiegare ai ragazzi l’uso e gli obiettivi di Immuni, e gli influencer, perché portando un contenuto qualunque sui canali digitali lo trasformo in informazione per i giovanissimi.
«Se ci fidiamo di Apple e Google e se ci fidiamo del Servizio Sanitario Nazionale – conclude Mantelli centrando uno dei problemi che si riscontrano nel convincere le persone a scaricare Immuni – allora ci fidiamo anche di questa app».
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
Ti potrebbe interessare anche: