
L’economia nazionale è attesa contrarsi quest’anno del 10,6%, in miglioramento di 2,2 punti percentuali rispetto al -12,8% previsto in giugno
Il Fondo monetario internazionale migliora le stime per l’Italia per il 2020, ma taglia quelle per il 2021. L’economia è attesa contrarsi quest’anno del 10,6%, in miglioramento di 2,2 punti percentuali rispetto al -12,8% previsto in giugno. Il prossimo anno invece si prevede che il prodotto interno lordo possa crescere del 5,2%, ovvero 1,1 punti percentuali in meno rispetto alle stime di giugno.
Sempre secondo le stime del Fmi il debito pubblico italiano è atteso salire nel 2020 al 161,8% del Pil dal 134,8% del 2019, per poi calare al 158,3% nel 2021 e al 152,6% nel 2025. Il deficit si attesterà invece al 13% quest’anno e al 6,2% il prossimo.
In Italia brutte notizie sul fronte del lavoro. Il Fondo stima per il Belpaese un tasso di disoccupazione all’11,0% nel 2020, in aumento rispetto al 9,9% del 2019. Il prossimo anno il dato salirà ulteriormente all’11,8%. Il tasso italiano è superiore alle media europea dell’8,9% quest’anno e del 9,1% il prossimo. Nell’area euro fanno peggio dell’Italia la Spagna, con il 16,8% sia nel 2020 sia nel 2021, e la Grecia, con il 19,9% quest’anno e il 18,3% il prossimo.
Previsioni più ottimiste anche a livello globale. Facendo una fotografia molto più ampia il Pil mondiale calerà quest’anno del 4,4%, meno del -5,2% stimato in giugno. Nel 2021 la ripresa sarà però un po’ più lenta della attese, con la crescita prevista a +5,2%, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di giugno.
Le perdite complessive per la produzione mondiale a causa del Coronavirus, rispetto alle previsioni pre-pandemia, saliranno da 11.000 miliardi di dollari nel 2020-2021 e a 28.000 miliardi nel periodo 2020-2025. «La crisi è lungi dall’essere finita e per questo è essenziale che il sostegno della politica di bilancio e di quella monetaria non venga ritirato in modo prematuro», ha affermato Gita Gopinath, capo economista del Fondo Monetario Internazionale, sottolineando che, nonostante l’economia stia emergendo dal collasso, l’occupazione resta ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e il mercato del lavoro è diventato più polarizzato, con i giovani e le donne maggiormente colpiti.
di: Maria Lucia PANUCCI
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