
La federazione degli editori e i rappresentanti della categoria degli edicolanti stilano un documento comune
Il Italia la crisi delle edicole è un problema di vecchia data, un ramo della difficile situazione del settore editoriale nella sua interezza. L’emergenza economica e i bassi margini di guadagno rispetto al venduto hanno costretto tra il 2011 e il 2019 a chiudere 4.102 edicole, il 22% del totale delle imprese attive nel settore.
La federazione degli editori italiani e gli edicolanti aderenti a Snag, Sinagi, Uiltucs-Giornalai e Cisl Giornalai hanno redatto un documento, con una serie di proposte volte a «preservare e modernizzare la rete di vendita della stampa che ha garantito l’esercizio del diritto di informazione dei cittadini – si legge scritto nella nota – assicurando la disponibilità di quotidiani e periodici, e con essi di una informazione di qualità, anche nel periodo di blocco della generalità delle attività economiche del Paese nell’emergenza da Covid-19».
Una serie di richieste e iniziative per favorire la resilienza e la ripartenza della rete di vendita della stampa. Il documento è stato inviato al sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella.
Tra gli aiuti chiesti al Governo c’è il potenziamento del credito di imposta per le edicole, l’incremento della forfetizzazione delle rese dei giornali, l’informatizzazione della rete, la promozione della domanda di quotidiani e periodici, ma anche voucher per la digitalizzazione dei punti vendita, il sostegno alla creazione di un network telematico per i servizi della PA, la sburocratizzazione amministrativa e i contributi per la ristrutturazione e modernizzazione dei punti vendita.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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