
“La priorità è il Recovery Fund, vogliamo far partire soldi a primavera. Il Mes? E’ già a disposizione”
«Se la recessione peggiora l’Ue è pronta a reagire con nuove proposte». Lo assicura Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, in una intervista a La Stampa. Ora però l’importante è distribuire i 750 miliardi del Recovery Fund approvati a luglio: Bruxelles spera di poter erogare i primi fondi entro la fine della primavera. «La priorità in questo momento è far partire il piano – ha sottolineato. – Bisogna ancora finalizzare il processo legislativo, ratificare la decisione in tutti i parlamenti nazionali, i Governi devono ancora disegnare i loro piani nazionali. Stiamo parlando di un pacchetto considerevole, 1.800 miliardi tra il bilancio Ue e il piano Next Generation Eu. Per questo è importante che i soldi arrivino alle economie. Certamente continuiamo a monitorare la situazione da vicino e restiamo pronti a reagire con nuove proposte, se necessario».
Per rispettare i tempi è necessario che l’iter legislativo si concluda al più presto. E al momento i negoziati sono in fase di stallo (leggi qui). «Noi speriamo di essere in grado di erogare i fondi nella prima parte del 2021, entro la fine della primavera. Ma per far sì che ciò accada è importante che il processo legislativo si concluda – ha incalzato. – Per questo faccio appello al Consiglio e al Parlamento Ue affinché si arrivi a un accordo rapidamente: l’economia Ue ne ha bisogno. Sollecito poi i Governi a ratificare la decisione. Il tempo stringe: prima arriveranno i soldi e meglio sarà per le nostre economie».
Il Recovery Fund arriva dopo altre misure decise per una risposta immediata alla crisi: Sure, il fondo della Bei e il Mes. Si tratta di strumenti già a disposizione, pronti ad aiutare gli Stati. E a proposito del tanto discusso Fondo Salva Stati, che ancora nel nostro Paese fa molto discutere (guarda qui), Dombrovskis ha rimarcato: «La linea di credito del Mes è fatta su misura per questa crisi. Non ci sono condizionalità e l’unico prerequisito è che i soldi siano usati per spese sanitarie dirette e indirette. Spetta ai singoli Governi dell’Eurozona decidere se utilizzarla: in caso di necessità, i soldi sono già a disposizione».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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