Se si raggiunge la soglia di 2.300 persone in terapia intensiva una nuova stretta nazionale sarà inevitabile. Ora il numero è 926
Un nuovo lockdown nazionale potrebbe scattare presto. Il Comitato Tecnico Scientifico insieme al Governo pare abbia già individuato una soglia oltre alla quale si prenderà seriamente in considerazione di imporre una chiusura totale: si parla di 2.300 ricoverati in terapia intensiva. Raggiunta questa cifra una nuova stretta nazionale sarà inevitabile. Ieri le persona in terapia intensiva erano 926, praticamente il doppio della settimana precedente quando i ricoverati gravi erano 539. Il punto è sempre il solito: evitare il collasso del sistema sanitario.
Entro il fine settimana intanto, dopo il consueto monitoraggio del venerdì, potrebbe arrivare un nuovo dpcm (leggi qui). Palazzo Chigi per il momento non lascia trapelare nulla, ma allo studio ci sarebbero il blocco delle attività non essenziali e il divieto di spostamento tra le Regioni, se non per motivi di lavoro, di salute o altre urgenze: due misure drastiche che potrebbero evitare la chiusura delle scuole e delle attività produttive.
Con un peggioramento della situazione sanitaria la prime attività a fermarsi sarebbero le sale giochi, che essendo luoghi chiusi in cui si raccolgono molte persone rappresentano un possibile moltiplicatore dei contagi. È ritenuta un’attività non essenziale, anche se i mancati introiti provocherebbero danni pesanti all’erario.
Per quanto riguarda piscine e palestre il Governo aveva dato loro una settimana di tempo per mettersi in regola con i protocolli anti contagio. E fino ad ora le verifiche affidate ai carabinieri del Nas hanno dimostrato che si tratta di luoghi a norma. Oggi però arriva una stretta ulteriore che rende obbligatorie tutte quelle precauzioni finora facoltative, in particolare la misurazione della temperatura e lo scaglionamento ulteriore agli ingressi. È il frutto dell’accordo tra le associazioni di categoria e il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora determinato ad evitarne la chiusura. «Se sospendiamo la loro attività — ha sottolineato— dovremmo chiudere anche bar e ristoranti».
Alcune Regioni hanno già imposto la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, quando maggiormente i negozi si riempiono di clienti, ma se la situazione peggiora il Governo potrebbe decidere di stabilire una chiusura su tutto il territorio nazionale, lasciando però aperti i negozi di generi alimentari e le farmacie.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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