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Video in streaming per smartphone, in soli 6 mesi dal debutto chiude la start-up Quibi

Maria Lucia Panucci
23 Ottobre 2020
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Doveva competere con YouTube e TikTok ma non è riuscita ad imporsi sul mercato Una vera e propria meteora. Quibi, la start up fondata nel 2018 e lanciata il 6 […]

Doveva competere con YouTube e TikTok ma non è riuscita ad imporsi sul mercato

Una vera e propria meteora. Quibi, la start up fondata nel 2018 e lanciata il 6 aprile di quest’anno, doveva competere per i video in streaming sugli smartphone, un mercato già dominato dalla presenza di YouTube, Instagram e TikTok ed invece ha chiuso i battenti nell’arco di 6 mesi.

La neo-azienda è stata capace di raccogliere investimenti pari a 1,8 miliardi in poche settimane e attrarre investitori come Disney, Alibaba e Warner Bros ma poi non è riuscita ad emergere e ad imporsi sul mercato come voleva. Ad annunciare la fine delle operazioni è stato lo stesso fondatore della società Jeffrey Katzenberg in un post su Medium, confermando le voci raccolte in un’anticipazione del Wall Street Journal. «Riteniamo di aver esaurito tutte le nostre opzioni – ha scritto. – Di conseguenza siamo arrivati non senza dolore alla conclusione difficile di chiudere ogni attività, restituire il denaro ai nostri creditori e ai nostri azionisti e dire addio ai nostri colleghi».

Il servizio prevedeva una piattaforma di contenuti pensati appositamente per gli smartphone. Al prezzo di cinque dollari al mese i contenuti erano disponibili con pubblicità, mentre per la versione senza interruzioni si pagavano 8 dollari al mese. I video duravano meno di 10 minuti, prevedevano la partecipazione di divi di Hollywood, come Christoph Waltz e Liam Hemsworth, ed erano divisi in capitoli. Erano anche previsti degli accordi per trasmettere le notizie di Nbc e Bbc ma i contenuti brevi sembrano non aver funzionato durante la pandemia, in un periodo in cui all’uso degli smartphone nei viaggi da pendolare si è forse preferita la tv di casa.

Una delle caratteristiche uniche di Quibi era la differente scelta dei video per gli utenti a seconda di come stessero impugnando lo smartphone (in verticale o in orizzontale). Funzionalità che aveva scatenato una battaglia legale con la società specializzata in video interattivi Eko che ha accusato la start-up di aver violato i suoi brevetti.

Poi Quibi si è ritrovata a competere negli Stati Uniti con il lancio di Apple Tv+, Disney+, HBO Max di Warnermedia e Peacock di NBCUniversal. Insomma il tempismo non era proprio perfetto.

di: Maria Lucia PANUCCI

FOTO: AGI

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