
Molti cuochi famosi e non solo si scagliano contro il nuovo provvedimento anti-Covid e chiedono un aiuto al Governo per non sprofondare
«Farci chiudere alle 18 è inammissibile». Da Massimo Bottura ad Antonino Cannavacciuolo, da Max Mascia a Davide Oldani, da Andrea Berton a Ciccio Sultano e Cristina Bowerman: sono tanti gli chef stellati che protestano contro il dpcm varato ieri da Conte (leggi qui). «Noi abbiamo rispettato le regole e le misure di distanziamento – spiega Mascia – ma per i ristoranti la cena è fondamentale, si vive con le cene, quindi se ci dicono di chiudere alle 18 è come imporci di chiudere e basta». Dello stesso avviso anche il dirompente Cannavacciuolo. «Abbiamo fatto tutto per riaprire in sicurezza – ha detto in un’intervista esclusiva a Cook, il mensile di cucina del Corriere della Sera – e ora rischiamo di dover chiudere un’altra volta. Per l’impegno che ci abbiamo messo non ce lo meritiamo». Non la pensa diversamente Davide Oldani: «La salute pubblica, quella dei clienti e dei nostri collaboratori ha la priorità – ha sottolineato ancora a Cook. – Noi seguiamo le regole ma questo è un colpo pesante per noi ristoratori».
Ma con loro sono arrabbiati i milioni di ristoratori che vedono in questo provvedimento un nuovo ostacolo alla ripartenza e che chiedono a questo punto un aiuto dal Governo per non sprofondare nel baratro. «Ci sono tanti ristoratori che hanno investito, anche tanto, e che rischiano di fallire – ha detto Max Mascia, nell’intervista al Corriere. – Soprattutto tanti giovani che hanno iniziato da poco e che rischiano di non farcela. Insomma, per molti locali, le misure restrittive di questo nuovo dpcm, potrebbero rappresentare un macigno insormontabile, forse una vera pietra tombale».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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